Rimettere indietro le lancette: quando cambia l’ora per l’ultima volta in questo 2017? Scopriamo insieme quando scatterà l’ora solare e alcuni rischi per la salute che questa pratica, ormai storica, comporta.
Si avvicina il momento di spostare le lancette! Tra pochi giorni, per scongiurare problemi con appuntamenti e date, dovremo ricordarci di portare indietro gli orologi di 60 minuti. In questo articolo vedremo insieme quando cambia l’ora per l’ultima volta in questo 2017, ma anche perché lo facciamo e alcune curiosità sull’argomento.
Ecco tutte le informazioni necessarie.
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Quando cambia l’ora: si torna all’ora solare!
Alle 2 di notte di domenica 26 marzo siamo entrati in regime di ora legale: per sfruttare a pieno le ore di luce del giorno, abbiamo quindi spostato in avanti le lancette di un’ora. Tra poco dovremo fare l’operazione opposta. Il 29 ottobre scatta infatti di nuovo l’ora solare.
Alle 3 di notte tra sabato 28 ottobre e domenica 29 ottobre, dobbiamo spostare un’ora indietro, fino alle ore 2. Ovviamente non dobbiamo necessariamente svegliarci di notte! Possiamo anche riprogrammare gli orologi di casa la sera prima, sul tardi, o la mattina dopo appena svegli. Molti dispositivi elettronici di cui ci circondiamo – smartphone, smart tv e tablet – sono già predisposti per cambiare automaticamente l’orario.
Il ritorno all’ora solare ci permetterà di dormire un’ora in più: buone notizie quindi per chi ha bisogno di recuperare un po’ di sonno arretrato o chi esce e fa molto tardi il sabato sera!
La storia dell’ora legale
Il cambio dell’ora è per noi ormai un’abitudine. Ma in realtà la convenzione internazionale su cui si basano i concetti di ora legale e ora solare sono stati introdotti relativamente da poco.
In Italia, l’ora legale arriva con la Prima Guerra Mondiale, nel 1916, ma viene abolita 4 anni dopo. Ancora una volta a causa della Guerra, la misura viene ripristinata nel 1940 e abolita 8 anni dopo. È la crisi energetica, però, a imporne l’adozione definitiva con la legge 503 del 1965. La prima applicazione è arrivata l’anno dopo, nel ’66. È solo 30 anni dopo però, nel 1996, che l’Unione europea adotta un protocollo uniforme per la gestione di ora legale e solare.
In Italia, nel 2016, l’introduzione dell’ora legale ha permesso di risparmiare 573 GW per ora. È stato calcolato che, tra il 2004 e il 2012, in Italia abbiamo risparmiato 6 miliardi di kilowattora, con una minor spesa di circa 900 milioni di euro.
In realtà, l’essere umano ha da sempre regolato le proprie attività sulla base delle ore di luce. Una necessità, quando non esisteva l’elettricità! Già i Romani utilizzavano una scala oraria differente a seconda dei mesi dell’anno. La hora tertia (la terza ora dopo l’alba) cominciava così alle 9:02 nel giorno del solstizio d’inverno e durava 44 minuti, mentre al solstizio d’estate partiva dalle 6:58 e durava 75 minuti. I contadini, per secoli, hanno seguito un comportamento simile, svegliandosi sempre all’alba, indipendentemente da quando essa avveniva.
Fu Benjamin Franklin il primo a ipotizzare un sistema legale condiviso per sfruttare di più le ore del giorno, nel 1784. Ma la sua ipotesi di sparare un colpo di cannone per svegliare gli abitanti a determinati orari fece passare la proposta come una semplice stravaganza dell’autore e non ebbe seguito.
Quando cambia l’ora ne risente anche la nostra salute
La scienza concorda ormai su un fatto: quando cambia l’ora ne risente anche l’organismo. Lo sperimentiamo per esempio nel caso del cosiddetto jet lag. Il cambio dell’orario di appena 60 minuti non ha effetti così visibili, ma ci sono comunque delle ripercussioni sulla salute.
Uno studio statunitense ha per esempio dimostrato che l’introduzione dell’ora legale è correlata a un rischio maggiore di attacco cardiaco. Dormire un’ora in meno incrementa tale rischio del 25% rispetto agli altri giorni dell’anno. Al contrario, quando le lancette si spostano un’ora indietro – e quindi dormiamo di più – il rischio cala del 21%.
Esistono anche altre conseguenze dovute al ritorno all’ora solare. In occasione del Nobel per la medicina, abbiamo parlato dell’orologio biologico e del cosiddetto ritmo circadiano, che regola internamente i nostri cicli veglia/sonno. Un ritmo che non si adatta automaticamente al cambiamento dell’orario: il nostro organismo impiegherà quindi qualche giorno per riprogrammare le sue ‘sveglie’ interiori (così come l’orario in cui mangiamo, lavoriamo e così via). Questo ritardo può portare a conseguenze come insonnia, emicrania, cambiamenti dell’umore e stress.
foto:Blastingnews