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Rifiuti pericolosi per produrre cemento: sigilli a Enel e Ilva di Taranto

by Gino Favola
30 Settembre 2017
in Ecoreati
0
ilva di taranto

Utilizzavano rifiuti pericolosi per produrre cemento: indagate 31 persone e sigilli per tre importanti aziende italiane, tra cui l’ Ilva di Taranto.

Rifiuti pericolosi adoperati per produrre cemento. È la scoperta fatta dalla guardia di finanza di Taranto, che ha portato a sequestri che fanno molto rumore. Interessate, infatti, la centrale termoelettrica di Enel Federico II di Cerano a Tuturaro, la Cementir Italia Spa e i parchi loppa d’altoforno dell’Ilva di Taranto. Per Enel, in particolare, è in corso un sequestro per oltre 523 milioni.

Iscritte nel registro degli indagati 31 persone. I capi d’accusa sono: traffico illecito di rifiuti, attività di gestione di rifiuti non autorizzata e, per le tre società, anche illeciti amministrativi. Scopriamo i contorni della vicenda.

Con i rifiuti pericolosi dell’ Ilva di Taranto producevano cemento

Le indagini della Procura hanno portato a scoprire che le materie prime adoperate da Cementir per la produzione di cemento erano in realtà rifiuti pericolosi acquistati dall’ Ilva di Taranto e dallo stabilimento Enel di Cerano. In particolare, si tratterebbe di ceneri leggere prodotte adoperando non soltanto carbone, ma anche gasolio e ocd. Sostanze che avrebbero portato alla formazione di ceneri contaminate.

Secondo quanto afferma la Procura di Lecce, la loppa di altoforno, un sottoprodotto ottenuto dalla lavorazione della ghisa, venduto dall’Ilva alla Cementir presenterebbe criticità legate alla mescolanza con scarti e rifiuti pericolosi che ne pregiudicano l’impiego per la creazione del cemento. Lo spiega il procuratore de Castris:

«Secondo la consulenza tecnica disposta, le ceneri provenienti dalla combustione di idrocarburi sono state qualificate dal nostro consulente tecnico come rifiuti pericolosi contenenti metalli come vanadio, mercurio e nichel e ammoniaca».

Le accuse avanzate a Enel

Secondo gli inquirenti, la gestione promiscua del materiale avrebbe portato Enel a risparmiare sui costi relativi al corretto smaltimento dei rifiuti pericolosi.

«La gestione promiscua delle diverse tipologie di ceneri da parte dell’Enel di Cerano – afferma la Procura di Lecce – si è tradotta in un oggettivo vantaggio patrimoniale consistente nel risparmio dei costi legati alla separazione di 2,5 milioni di tonnellate di rifiuti e al loro corretto smaltimento».

Posizione aggravata dal fatto che presso la centrale sarebbero presenti impianti che avrebbero consentito il corretto stoccaggio dei rifiuti e la separazione delle ceneri. Non solo. Alcune intercettazioni telefoniche avrebbero evidenziato la consapevolezza di alcuni dirigenti Enel della pericolosità delle ceneri e della necessità di confondere gli inquirenti sulla questione.

La posizione dell’ Ilva di Taranto

Simile la posizione dell’ Ilva di Taranto, accusata di aver venduto a Cementir materiali inidonei al ciclo produttivo del cemento. La loppa d’altoforno, per poter essere adoperata, avrebbe infatti dovuto essere sottoposta a vagliatura e deferrizzazione. Processi svolti, secondo la perizia effettuata dal consulente dei pm, in maniera parziale e insufficiente, sia dall’Ilva che dalla Cementir.

Secondo gli inquirenti, al momento non sarebbero noti rischi per la salute pubblica. Saranno comunque necessarie ulteriori indagini per capire se e quanto il cemento prodotto con i rifiuti pericolosi, e adoperato nell’edilizia, possa risultare nocivo per l’uomo.

Leggi anche: Ilva: Stato italiano sotto processo. Per Strasburgo non ha protetto la salute dei cittadini

Tags: Cementircemento tossicoEnelEnel di Ceranoguardia di finanzailleciti amministrativirifiuti pericolositraffico illecito di rifiuti
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