Ha circa 4.000 anni l’Olea europaea che si trova a Santo Baltou a Luras, in provincia di Sassari. È l’albero più vecchio d’Italia.
S’Ozzastru è il nome dato all’albero in lingua sarda e significa “l’olivastro patriarca di tutti gli olivastri”. Ha una circonferenza del tronco di undici metri e mezzo, mentre il diametro della chioma ne misura 21 e raggiunge un’altezza di 14 metri.
Questo albero fa parte della lista degli alberi monumentali italiani. Alberi che hanno conservato un profondo significato culturale e religioso.
Sono alberi che fanno parte del vissuto italiano e che raccontano una storia: un esempio tra tutti è l’albero di Sant’Alfio in provincia di Catania.
È l’albero più grande del territorio italiano; viene chiamato inoltre il castano dai cento cavalli.
Di lui uno dei viaggiatori del Grand Tour, Jean Houel, scrisse in un suo libro :”La sua mole è tanto superiore a quella degli altri alberi, che mai si può esprimere la sensazione provata nel descriverlo”.
Un albero che ha una sua particolare leggenda: si racconta infatti che sotto la sua ombra si sia riparata durante un temporale la regina Giovanna d’Aragona insieme a 100 soldati a cavallo. Non tutti sono d’accordo però sulla reale protagonista della vicenda: alcuni pensano che potrebbe trattarsi di Isabella d’Inghilterra o di Giovanna I d’Angiò.
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Le cinque virtù degli alberi urbani
Un altro esempio di alberi monumentali presenti nella lista è la sequoia gemella di Regello, che con i suoi 54 metri è l’albero più alto d’Italia.
Massimo Sottani del comitato FPXA ha dichiarato: “Reggello si conferma come uno dei comuni italiani con un patrimonio ambientale fra i più importanti. Un patrimonio che deve essere conosciuto, studiato, tutelato. E il nostro Comitato lavora da sempre anche in questa direzione, per Sammezzano“.
Ancora molti alberi restano in attesa di essere inseriti in questo elenco; o non sono stati ancora censiti dai comuni o le regioni non hanno completato il lavoro di istruttoria delle proposte comunali.
Come si è riusciti a capire l’età degli alberi monumentali?
Grazie a moderne tecniche oggi si può sapere alla perfezione l’età di un albero. La scienza che se ne occupa è la Dendrocronologia: la parola è composta da dendron, che in greco significa albero, e da cronologia che si riferisce allo scorrere degli eventi.
Osservando una sezione del fusto di un albero è possibile visualizzare degli anelli concentrici, gli anelli di crescita.
Essi vengono deposti ogni anno e permettono al fusto di ampliarsi. Sono la manifestazione dell’attività vegetativa della pianta, che si accresce e invecchia. Contando gli anelli di crescita è possibile risalire all’età dell’albero. Tutto ciò è stato fatto in particolar modo per l’albero più vecchio d’Italia.
Alcuni scienziati stimano che possa essere più vecchio, potrebbe avere infatti oltre 5.000 anni. Altri studi confermeranno l’ipotesi.
Proteggere il patrimonio monumentale naturale è un nostro dovere: gli alberi accompagnano il nostro vissuto e ci proteggono da inquinamento e smog. Le città italiane pian piano si stanno riempiendo di maestosi alberi; la percentuale di verde nelle città negli ultimi anni è salita vertigionasamente.
Un aspetto incoraggiante per la salute dell’aria e la creazione di spazi più naturali ed ecosostenibili.