Il digiuno è stato a lungo acclamato come un metodo efficace per perdere peso, per disintossicarsi, migliorare il sistema immunitario le funzioni dei diversi organi presenti nel nostro organismo. Eppure, è sempre stato difficile riuscire a trovare una linea comune tra i medici, anche a causa dei pericoli connessi con un tipo di dieta così estrema.
Tuttavia, i risultati di una recente ricerca, pubblicata sulla rivista Cell Metabolism, mostrano che l’adozione di un regime calorico che mimi il digiuno può apportare numerosi benefici all’organismo, rallentando l’invecchiamento e aumentando la longevità. Si tratta di adottare una sorta di “quasi digiuno” per cinque giorni al mese.
Come spiega a La Stampa Valter Longo, oggi Direttore del Longevity Institute della University of Soutern California a Los Angeles e Direttore del Laboratorio di Longevità e Cancro all’Istituto IFOM di Milano, “partendo dai lieviti, passando per i topi, per giungere agli esseri umani, abbiamo indagato i processi biomolecolari fondamentali che giocano un ruolo nella crescita e nell’invecchiamento e abbiamo visto che i meccanismi, come ci aspettavamo, si conservano, tra i vari organismi, pur nel diverso livello di complessità e nelle particolarità di ciascuno specie”. Lo studio, infatti, ha analizzato il diverso tipo di risposta dato a una restrizione calorica in diversi esseri, topi e uomini compresi.
Durante la ricerca, i partecipanti hanno digiunato a intermittenza per tre mesi, vedendo così ridotti i fattori di rischio collegati a una vasta gamma di problematiche: invecchiamento, cancro, diabete, malattie cardiovascolari.
Solo 19 persone hanno accettato di sottoporsi alla dieta sperimentale. Un numero esiguo di partecipanti per dei risultati così promettenti che si sta già parlando di ottenere l’approvazione da parte della Food and Drug Administration per raccomandare la dieta ai pazienti.
Valter Longo ha descritto l’idea che sta dietro il digiuno come un modo per “riavviare” il corpo di una persona, sgombrando le cellule danneggiate e rigenerandone di nuove.
La dieta proposta imita solamente il digiuno e funziona in questo modo. Per 25 giorni al mese, i pazienti possono mangiare come farebbero normalmente. Poi, durante il primo giorno della dieta, devono consumare 1090 calorie: il 10% di proteine, 56% di grassi e il 34% di carboidrati. Dal secondo al quinto giorno, invece, si scende a 725 calorie: il 9% di proteine, 44% di grassi, 47% di carboidrati.
Petronella Ravenshear, una terapista nutrizionale di Londra, ha spiegato al Telegraph che la nuova dieta genera meno fattori di stress sul corpo rispetto a un digiuno completo: “Fornisce la maggior parte dei carboidrati sotto forma di verdure, che sono ricche di fitonutrienti e minerali e decisamente buone per noi, piuttosto che carboidrati derivanti dal grano che non forniscono molto, tranne lo zucchero”.
Ma perché proprio cinque giorni di digiuno?
Continua ad affermare Longo: “Questo periodo di tempo è frutto di quasi otto anni di discussioni con medici e colleghi, con i quali siamo giunti ad un compromesso che rispetti tre elementi ugualmente importanti: l’efficacia, la sicurezza e l’aderenza dei soggetti al programma (la compliance)”.
Solo il 5% dei partecipanti ha abbandonato il programma.
Il programma, assicura Longo, è facile da seguire ed è molto efficace: “Nei nostri esperimenti, il digiuno è eseguito con la supervisione di medici o dietologi, anche perché è molto più potente di qualunque cocktail di farmaci, come dimostrano gli effetti sul sistema nervoso, endocrino e immunologico, nessuno dovrebbe quindi improvvisare”.
Naturalmente, pazienti con diabete, chi soffre di anoressia, persone in fragili condizioni di salute e anziani non dovrebbero seguire questa dieta, afferma il medico.
(Foto: themonitordaily)