I residenti di Pervouralsk sono rimasti scioccati quando le sostanze chimiche fuoriuscite da una fabbrica di cromo trasformavano la neve bianca in un colore verde acido.
Un episodio simile era successo a gennaio, a Kuzbass nella Siberia del sud, la neve era nera per colpa dell’emissioni di carbone delle fabbriche, adesso a Pervoouralsk, la neve invece è verde acido.
Questi fatti hanno scatenato ulteriori proteste in Russia, dove i consensi del presidente Putin sono diminuiti. In forte discussione vi erano anche i piani di inviare la spazzatura di Mosca nelle zone più povere e incontaminate del nord, dove importanti segnalazioni erano partite in seguito al ricovero di bambini avvenuto inseguito ad avvelenamento legato a una discarica locale.
Inquinamento e riscaldamento globale
I poli industriali in Russia hanno origini vecchissime, le prime fabbriche risalgono al 1700 e nonostante ci siano moderni impianti di stoccaggio dai fanghi tossici, l’inquinamento trasforma la neve di tutti i colori, prima nero e poi verde. Più e più volte sono stati denunciati dagli attivisti questi fenomeni, da una parte la neve nera è diretta conseguenza delle polveri rilasciate durante la combustione di fossili nelle centrali a carbone, quella verde del cromo.
Come spiega il Daily Mail, la colorazione verde fluorescente della neve di Pervoouralsk proviene da un impianto di cromo mal funzionante. Il problema principale oltre all’inquinamento è legato al fatto che la colorazione distrugge il potere riflettente della neve che dovrebbe restituire luce e calore all’atmosfera, ciò significa che la neve colorata in generale assorbe il calore e accelera il riscaldamento globale. Uno dei segnali più potenti dell’emergenza climatica.