La Provincia fa economia creativa mettendo in vendita pezzi del patrimonio naturale della Maremma; una riserva naturale unica, una zona umida in cui svernano animali di ogni tipo, chiamata Diaccia Botrona, a ridosso di Castiglione della Pescaia (GR).
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Iniziativa di Italia Nostra in risposta all’asta della Provincia
«La sezione Italia Nostra Maremma Toscana ha inviato ufficialmente una lettera all’Amministrazione Provinciale di Grosseto, affinché siano prorogati i termini per la presentazione delle offerte per l’acquisto di porzioni di Riserva Naturale della Diaccia Botrona, che la Provincia ha messo improvvidamente in vendita tramite asta pubblica».
Queste sono le parole di Michele Scola, presidente della sezione Italia Nostra Maremma Toscana
«Il tempo concesso per la presentazione delle offerte, infatti – illustra il presidente – è troppo breve, appena un mese, e questo impedisce alle associazioni di protezione ambientale di presentare offerte in tempo utile.
Mentre un privato, infatti, può decidere autonomamente ed immediatamente di procedere all’acquisto, un’associazione ha bisogno di tempi più lunghi, poiché la decisione deve essere deliberata dagli organi direttivi, attuando procedure che non possono mai, oggettivamente, rispettare i 30 giorni concessi».
Conservazione naturalistica della Diaccia Botrona ed interesse privato
«Le associazioni, inoltre – dice ancora Scola – non dispongono di fondi sufficienti ad effettuare offerte per i lotti più costosi, ed hanno bisogno di tempo per intraprendere iniziative di crowd founding, raccogliendo denaro dalle offerte dei cittadini.
È infatti possibile, ed auspicabile, che qualche associazione si possa fare avanti per acquistare tali terreni, da destinarsi ad una gestione mirata alla conservazione naturalistica, mentre il privato sarà sempre ispirato a ottenere un reddito dai terreni, entrando in contrasto con i vincoli di protezione insistenti sull’area.
I tempi non appaiono sufficienti neppure perché un altro ente pubblico, come il comune, la regione o lo stato, possa attivare i procedimenti necessari per l’acquisizione dei beni».
Un bando che lede gli interessi generali della comunità
«In questi termini – conclude Scola – il bando emesso dalla Provincia di Grosseto lede il pari diritto di accesso di tutti i cittadini, singoli o in forma associata, a partecipare ad una riappropriazione del proprio territorio, malauguratamente svenduto da un ente pubblico che dovrebbe, al contrario di quanto fa, tutelare i beni comuni.
Abbiamo pertanto chiesto alla Provincia di Grosseto di annullare il bando, o di prorogarne la scadenza almeno fino al 30 giugno del 2019».
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