Quando si tratta di cibo noi italiani abbiamo ancora la sana abitudine di informarci su ciò che stiamo comprando; abbiamo imparato a leggere le etichette e siamo tutti più o meno in grado di riconoscere il grado di genuinità di un prodotto. C’è poi chi fa qualcosa in più, preferendo solo cibo stagionale o comprando solo biologico. E c’è chi va ancora oltre, scegliendo l’Equo e Solidale, convinto che le nostre abitudini di consumo non possano essere legate ad alcun tipo di sfruttamento. Ma la formula Equo e Solidale cos’è? E i prodotti, sono davvero “etici”?
Molti dei prodotti che consumiamo quotidianamente provengono dal sud del mondo: banane, caffè, cacao, zucchero di canna, farine e così via. Le aziende multinazionali hanno, col tempo, compreso i vantaggi dello sfruttamento dei paesi più poveri, sia in termini economici che in tema di scarsi controlli sulla tutela dell’ambiente; così in pratica hanno trovato il modo di massimizzare i profitti sottopagando la mano d’opera, deforestando e sfruttando le risorse localmente disponibili.
Qualcuno però ha avuto la buona idea di boicottare e invertire questa tendenza e ha creato il sistema Equo e Solidale. Vediamo come funziona. Nel mercato occidentale il potere è tutto nelle mani della distribuzione che stabilisce modalità di vendita, prezzo al produttore e prezzo al consumo: vale a dire che gli unici a guadagnare realmente dalla vendita dei prodotti sono tutti coloro che li “rivendono”. Il sistema Equo e Solidale, invece, ha una filiera estremamente corta che mette in diretto contatto il produttore con le botteghe di vendita; sono consentiti un massimo di 3-4 passaggi, compresa la lavorazione della materia prima. In questo modo la differenza tra prezzo pagato alla produzione e prezzo pagato al consumo è più contenuta, con grande vantaggio di entrambe le parti. Se ora state pensando che i prodotti del sistema Equo e Solidale costano di più rispetto a quelli da supermercato, forse dovreste chiedervi, alla luce di quanto detto, se non siano piuttosto questi ultimi a costare troppo (visto che sono per lo più prodotti industriali, fatti con materia prima di media qualità, probabilmente ottenuta con lo sfruttamento di qualcuno in qualche luogo della Terra e che sono passati di mano in mano, in ogni senso, nella distribuzione).
Il sistema Equo e Solidale ha delle regole piuttosto rigide, anche perché ha lo scopo di creare sviluppo sociale nelle cooperative di produzione; è per questo che i contratti di fornitura sono pluriennali e prevedono sempre il ritiro di un minimo garantito di merce. Solo con una visione a lungo termine, infatti, è possibile progettare un futuro migliore per l’ambiente e per il sociale. Le cooperative sono gestite con metodo democratico, al loro interno non si fanno discriminazioni di sesso, religione, razza o cultura, e tutti i lavoratori percepiscono uno stipendio equo e decoroso; i profitti ottenuti, poi, devono essere investitinella comunità di riferimento e impiegati per la costruzione di servizi sociali (ospedali, scuole, centri di formazione e così via) e infrastrutture. Quanto all’ambiente, nelle metodologie di coltura e lavorazione è bandita qualunque azione che danneggi o avveleni la natura e il contesto paesaggistico.
Per fortuna i prodotti Equo e Solidali sono sempre più consumati, ma questo ha anche fatto si che molte aziende, fiutando un potenziale business, abbiano creato delle linee di prodotto definite tali, ma che nulla hanno a che vedere con il sistema etico descritto. Come difenderci da questa piccola, meschina truffa? Semplicemente assicurandoci che sulle confezioni sia presente il marchio Fair Trade, unica certificazione che garantisce che in tutta la filiera siano stati rigorosamente rispettati gli standard richiesti. È vero, sembra che si debba stare sempre attenti a tutto, ma vigilare è anche il miglior modo per tutelare e incoraggiare chi si impegna realmente per migliorare il mondo e la vita delle comunità.
Alessandra De Sio
Dott. di ricerca in Marketing
Professionista del Marketing Etico e Ambientale
Fonte e articolo originale “http://www.attentialluomo.it/equo-e-solidale-tutto-oro-quel-cheluccica/”
buona sera mi piacerebbe sapere come funziona il sistema del commercio ,sono un cittadino peruviano che trova in gli punti de vendita pochissima articoli peruviani ,non lo so si lavorate a misura con il Peru ho le avete delle grande difficoltà ,noi siamo solo a Torino 10,538 peruviani registrati ,lascio mie dati per saperle de piu molte grazie
Ciao Per sapere come funziona l’apertura di un punto vendita con prodotti peruviani, devi sentire la camera commercio di Torino, ci dispiace non esserti ulteriormente d’aiuto ma noi scriviamo solo articoli.