E’ possibile realizzare una casa passiva o in classe energetica A ecocompatibile e con materiali bio allo stesso prezzo di una tradizionale?
Ebbene si. Nell’edificare nuove abitazioni passive o una casa in classe A… oggi è possibile risparmiare e si può partire da € 1500,00 al Mq circa.
Le case ovviamente dovranno essere progettate per contenere al massimo gli sprechi energetici, andranno presi in considerazione il fattore di forma della scatola che conterrà la nostra casa, l’esposizione e la schermatura delle finestre.
Ma per arrivare a questo obbiettivo, ci ritroveremo una struttura completamente stagna e cioè che non consentirà all’aria ed alla sua umidità di fuoriuscire, come invece accade ancora oggi nei vecchi fabbricati con forti spifferi dagli infissi, cassonetti, porte ecc..
Eventuali difetti o problematiche di una casa in classe A
Quali problemi può causare una bassa permeabilità-traspirabilità delle nuove case ad alte prestazioni energetiche?
Partiamo dal presupposto che, mediamente in una casa si producono condense e vapori, dalla cottura dei cibi, dalle persone stesse che le abitano, dalla lavatrice e asciugatrice ed altri fattori per circa 15-17 litri al giorno.
Per farvi capire bene le quantità di acqua che produciamo, vi dico che si tratta di almeno un secchio di quelli grandi che si usano per le pitture murali.
La domanda che a questo punto sorge spontanea ed è: ma dove va a finire tutta quest’acqua?
Per rispondervi dovrò prima spiegarvi semplicemente come funziona la migrazione del vapore e partirò da un pratico e semplice esempio, che tutti noi per una volta almeno abbiamo provato.
Immaginate di andare a correre con il pratico e leggero k-way….anti-vento, anti-acqua, in pratica completamente IMPERMEABILE…sicuramente alla fine della nostra corsetta ci troveremo zuppi di sudore. Bene, questo banale esempio ci fa capire che i materiali impermeabili, si ci proteggono da aria e acqua ma allo stesso tempo trattengono tutta l’umidità che noi produciamo ristagnando sulla nostra pelle e sui vestiti.
Pertanto quei 15 litri di acqua che produciamo nelle nostre case tenderanno a diffondersi nei materiali attorno a noi, muri, solai ecc. e se questi saranno completamente impermeabili, come il famoso k-way, l’acqua tenderà a ristagnare sulle strutture delle nostre belle case.
Umidità, traspirazione e muffa al centro dei problemi
Ora noi finito l’allenamento andiamo subito sotto la doccia e risolviamo il problema, ma cosa accade invece ai nostri cari muri?
I nostri cari muri tenderanno a saturarsi di umidità, non garantendo più agli ambienti dove viviamo tutti i giorni, salubrità e comfort abitativo e si rovineranno più velocemente.
I primi sintomi di questa malattia del nostro fabbricato, saranno le tanto odiose ed antiestetiche muffe sui muri (tecnicamente il fenomeno nasce dalla così detta condensazione superficiale e/o interstiziale) mentre noi percepiremo, anche quando il termostato segna 21 C° in inverno, quella fastidiosa sensazione di freddo quasi sin alle ossa e ovviamente un caldo estivo decisamente fastidioso.
Oltre tali imminenti e diretti problemi, potremmo indirettamente causarne di ulteriori al nostro apparato respiratorio con l’inalazione delle microspore delle muffe (tra i tanti tipi di muffa, quella più pericolosa Strachybotrys chartarum è originata dal fungo che si presenta con macchie nere verdognole sulle pareti e sul soffitto della casa, a causa dell’umidità e delle infiltrazioni di acqua e le micotossine che sono altamente cancerogene), come anche confermato dalla letteratura medica che le annovera tra le concause di ipersensibilità e allergie alle vie respiratorie.
Possibili soluzioni al problema condensa e muffe
Nel caso vi doveste trovare in queste condizioni e non poter porre rimedio altrimenti, vi converrà installare un buon impianto di trattamento aria con deumidificatore e recuperatore di calore, anche se tra la macchina e le opere per canalizzare l’aria nei vari ambienti ci potrà costare per 4 vani anche più di 5/6 mila euro, oltre il costo energetico nel tempo.
Quali accortezze dobbiamo avere quando costruiamo le nostre case e cosa dobbiamo chiedere quando invece la compriamo da un costruttore?
Faccio un salto nel passato e mi ricordo i miei cari nonni, tutti bardati dentro magliettine, mutandoni e calze di lana!!! E quando andavo con loro in campagna anche io dovevo indossare obbligatoriamente la maglietta di lana, anche in estate, che al solo pensiero ancora mi pizzica maledettamente da per tutto, perchè la nonna mi diceva “ti asciuga il sudore”!!!!
Eh già aveva perfettamente ragione la nonna, non è che la magliettina mi asciugasse realmente il sudore, ma faceva si che questo potesse evaporare senza ristagnarmi sulla pelle, perchè la lana come tutti i materiali naturali contiene all’interno delle sue fibre molta aria.
Tutto ciò per dire che, anche i nostri fabbricati devono garantire all’umidità ed ai vapori di migrare senza ristagnare, se vogliamo che durino a lungo come i nostri nonni.
Materiali naturali e tecniche virtuose per costruzioni in bioedilizia
Ovviamente tali caratteristiche le troviamo sicuramente nei materiali da costruzioni naturali (biocompatibile ed ecocompatibile) e cioè legno, terre cotte, pozzolane, calce, canapa, sughero ecc. e non anche nelle tanto blasonate resine, colle, polistiroli e plastiche in genere ecc.
Perciò prima di firmare il fatidico compromesso dovremmo sempre valutare quali materiali si usano per la costruzione e quali tecnologie. In definitiva ci dovremmo fare una cultura su ciò che stiamo per acquistare, cosa che sicuramente abbiamo fatto tutti quando ci siamo comprati la nostra macchina, o il telefonino o televisore che costano nulla rispetto alla nostra casa che sarà per sempre o quasi.
Tornando all’aspetto tecnico, oggi il non plus-ultra tecnologico per una casa bio, per le pareti è la costruzione a secco senza colle e malte in genere e cioè vari strati di materiali, tipo sandwich, atti a garantire sia il contenimento energetico sia l’alta traspirabilità.
Il mercato offre da strutture intelaiate in legno o in acciaio ed interposti strati di materiali coibenti (fibre di legno o canapa, sugheri più costosi e addirittura la paglia) a più classici in murature posate col malte naturali a base di pozzolane e calce e cappotti termici posati a secco, con finiture esterne realizzate con pannelli tipo il cartongesso ma da esterni con i quali si possono creare anche delle pareti ventilate.
Le pareti ventilate
Quest’ultime, a mio avviso indispensabili nelle case di oggi, poichè garantiscono alle condense di evaporare molto più velocemente, per effetto convettivo dell’aria che, passando in questa intercapedine asciuga più velocemente i materiali isolanti mentre nella fase estiva ombreggiando la struttura della parete, ne abbassa anche le temperature dei muri stessi.
Tale tecnica viene utilizzata anche sulle coperture e nella fase estiva porta grandi vantaggi, poiché tiene lontano dalle strutture le tegole che in base ai colori arrivano anche a temperature di ben oltre 70C°.
Ovviamente si dovranno utilizzare, per proteggere i cappotti termici, delle guaine dette mono-traspirati, che garantiscono il flusso dell’aria solo in uscita consentendo così di tenere il materiale isolante sempre ben asciutto e assicurandogli ottime performance e durata nel tempo.
Questo perchè tutti i materiali coibenti, se umidi, perdono anche un buon 30% delle loro caratteristiche di isolamento, rovinandosi anche più velocemente, con il rischio di doverli sostituire dopo appena pochi anni dalla loro posa in opera; immaginatevi che dramma e che costi!

Ad ogni territorio la sua casa in classe A e i suoi materiali
Evidentemente tali tipologie costruttive le sceglieremo anche in base al clima della zona ove andremo a realizzare la nostra casa. Nella fattispecie, la tanto blasonata casa in legno sarà perfetta nei climi freddi e secchi ma non anche nei climi caldi e ad alto tasso di umidità (a meno che tra i materiali coibenti non si inseriscano delle pellicole termoriflettenti, tipo alluminio, ma che purtroppo sono anche queste quasi totalmente impermeabili).
Insomma appare del tutto logico che, al fine di avere un giusto equilibrio di permeabilità della struttura e difesa dal caldo afoso del clima mediterraneo, la scelta migliore ci porterà ad avere anche dei muri più massivi e cioè più pesanti per avere un così detto buono sfasamento, proprio per limitare la velocità e la differenza di tempo che intercorre tra l’ora in cui si ha la massima temperatura all’esterno e l’ora in cui si ha la massima temperatura all’interno (tutti avremo apprezzato il fresco che percepiamo quando entriamo in una chiesa con muri larghi anche più di 1 metro).
Non servirà per tanto avere solo un basso fattore di trasmittanza termica, mediamente per una casa in Classe A inferiore a 0,20w/mqK, ma anche il su detto fattore di sfasamento, almeno superiore alle 14 ore, oltre alla conduttività, densità, capacità termica e trasmittanza periodica di cui non entrerò nel dettaglio in questo articolo per non annoiarvi. Piuttosto vi rimando ad una nostra struttura realizzata con queste tecniche e che permette un notevole risparmio e recupero del calore
La capacità termica: Trasmittanza e sfasamento
Perciò questo fattore detto sfasamento altro non è, che il tempo con cui il sole, raggiungendo il suo apice e maggiore irraggiamento, scalderà le nostre pareti per poi 24migrare negli ambienti della casa con un ritardo di alcune ore e cioè quelle di sfasamento.
Di fatto avendo uno sfasamento tale da garantire alle pareti di scaldarsi il meno possibile, la notte basterà arieggiare e ventilare gli ambienti per riportare tutte le strutture ad una temperatura pari o di poco superiore all’aria esterna, cosi chè il giorno seguente, per far aumentare le temperature della nostra casa ci vorranno altre 14 ore.
Logicamente quando si avranno i picchi di temperatura superiori ai 40C°, di giorno un condizionatore non guasterà al nostro benessere, ma ovviamente dovendo trattare un’aria interna meno umida e calda lavorerà al minimo della sua potenza con costi di esercizio bassisimi pari ad un caffè al giorno.
Caratteristiche principali per avere una casa in classe A e biocompatibile
- – massima permeabilità dei materiali da costruzione (avvantaggiati sono tutti quelli naturali e tra quelli di derivazione possiamo annoverare le lane minerali)
- – pareti e coperture ventilate al fine di asciugare più velocemente i materiali isolanti e ombreggiare nella fase estiva le strutture sottostanti;
- – trasmittanza delle pareti almeno inferiori a U 0,20w/mqK;
- – sfasamento non inferiore a 12/14 ore in base alle zone;
Insomma una casa deve rispondere a tanti requisiti ma quelli sopra menzionati assieme alla sicurezza sismica, sono sicuramente tra i più importanti, sia per un risparmio di risorse energetiche e perchè no di bollette, sia per un rispetto della natura sia dei costi futuri del trattamento di tutti i materiali di estrazione chimica o sintetica.
Difatti installare un cappotto termico fatto con fibra di legno o di canapa pressate a secco senza uso di collanti aggiunti, contro un pannello in grafite (polistirolo o polistirene espanso) o lana di roccia, oltre al fatto che il legno e la canapa nel loro ciclo vitale già hanno contribuito all’abbattimento della Co2, aiuterà sia l’ambiente che la qualità di vita indoor eliminando una buona parte di eventuali inquinati oltre che la buona traspirabilità di tutto l’ambiente della casa in classe A.
Riuscire pertanto nell’arduo processo di costruire una casa che sia energeticamente performante, addirittura costruita con materiali biocompatibili e allo stesso costo di una tradizionale è diventata cosa veramente fattibile, e a chi ci racconta che i costi possono aumentare addirittura del 30%, condividetegli direttamente questo articolo!
Le lane minerali (lana di roccia e lana di vetro per isolamento) hanno la migliore traspirabilità possibile: hanno coefficiente di resistenza al passaggio del vapore pari a 1, esattamente come l’aria, risultato al quale non arrivano tutti i materiali isolanti di origine biologica.
Inoltre, nell’articolo manca ogni accenno al comportamento al fuoco; alcuni materiali isolanti (come le lane minerali) sono incombustibili, mentre la quasi totalità di quelli di origine biologica sono combustibili e dunque non rappresentano una adeguata soluzione di protezione passiva in caso di incendio.
Caro lettore, come ha ben visto vengono citati anche gli isolanti minerali, visto però il taglio dell’articolo, di carattere ecologico e biologico, non sarebbe stato corretto dire che i materiali coibenti da lei citati abbiano un basso impatto sulla produzione di co2, cosa che invece è caratteristica indiscussa delle fibre naturali.
La Reazione al fuoco della Canapa per esempio e pari a Euroclasse E (norma EN 13501-1) (combustibile non facilmente infiammabile).
La fibra isolante di Canapa viene utilizzata negli involucri confinata entro stati di intonaco di calce, oppure confinata tra pannelli o mattoni di terra cruda, materiali classificati A – incombustibili.
A titolo di esempio la reazione al fuoco di un cappotto termoisolante in Canapa confinata tra strati di intonaco è pari a B S1D0 ,(combustibile NON INFIAMMABILE, la minima produzione di fumo, il minimo gocciolamento) la stessa delle più diffuse soluzioni analoghe non considerate pericolose, idonea quindi all’utilizzo comune in edilizia anche in attività soggette a prevenzione incendi.
Per situazioni particolari o zone localizzate di particolare esposizione al fuoco nulla vieta che nella costruzione ecologica si possa fare nmirato e consapevole uso di isolanti in fibra artificiale vetrosa classe A1 o A2(inorganici)
La fibra di canapa si contraddistingue per ottime prestazioni di isolamento acustico, isolamento termico sia invernale che estivo, durabilità, traspirabilità, sostenibilità, la Co2 assorbita dalla pianta in fase di accrescimento compensa ampiamente la Co2 che viene emessa per la lavorazione(filiera carbon negative), migliorano le condizioni dei terreni su cui cresce, ideale per chi ricerca salubrità ambienti indoor.
Ing Marco Tinti Consulente tecnico http://www.ton-gruppe.it
Convengo sulla necessità di agire sulle cause: umidità di risalita, rimozione dei ponti termici, abbattimento dell’umidità indoor. Soluzioni: a parte il problema dell’umidità di risalita, la ventilazione è sicuramente un reale rimedio, può essere naturale (tecnica che ormai abbiamo perso) o meccanica a recupero di energia, altra soluzione consiste nell’uso dell’argilla cruda per gli intonaci interni, essa si comporta da volano igrometrico assorbendo umidità quando è in eccesso per poi restituirla all’ambiente al variare delle condizioni di umidità relativa.
Altra considerazione: fenomeni di condensa e muffa possono crearsi nelle stratigrafie delle pareti (interstiziali), non sono visibili ma possono essere altrettanto pericolose e distruttive per la salubrità e l’integrità delle abitazioni.
L’argilla cruda opzione ottima per il controllo umidità come suggerisce Giorgio Ilari aggiunge anche abbattimento della polvere, sanificazione, attenuazione dei campi elettromagnetici al crescere dello spessore, assenza di emissioni legate all’utilizzo di materiali chimici, attenuazione del riverbero acustico, abbinata all’uso della ventilazione naturale consente di non consumare energia , vantaggi che non si possono ottenere con una ventilazione meccanica.
In caso di isolamento dall’interno l’argilla cruda riduce il rischio delle condense interstiziali
Ciao Marco e Giorgio, l’immobile dell’ecoworking che abbiamo pubblicato nell’articolo, è stato realizzato proprio con le accortezze di cui state parlando voi e vi posso dire che la ventilazione naturale, special modo nelle stagioni intermedie è veramente un toccasana sia per il comfort ambientale sia per l’organismo edilizio. In sintesi, l’immobile è stato consegnato da due anni e mezzo e non presenta ne muffe ne condense, umidità relativa sempre contenuta tra il 45% e 55%, mandata dell’acqua per l’impianto a termoconvettori, in fase invernale 36/38° C (spesa da bolletta per 250 mq da climatizzare circa 500€ in questo inverno che da noi è stato freddino, scorso inverno scarse 400€) in fase estiva media 15/17°C.
Per interventi di ripristino è già qualche tempo che utilizzo l’argilla cruda e debbo dire che i clienti sino ad oggi sono stati molto contenti, anche se non vi nego che all’inizio è stata dura convincere i committenti che ancora badano soprattutto al prezzo.
Il mantra che oggi va fatto passare e che utilizzare materiali e tecniche naturali garantisce sia a chi vive gli ambienti, sia all’organismo edilizio, una conservazione dell’immobile e del VALORE economico dello stesso (cosa non da poco visto il crollo di valore delle case usate). Stiamo preparando un nuovo articolo basato anche sulle tecniche di ventilazione naturale e di come investire bene i soldi al fine che spostando gli addendi (cioè tecniche e modi di costruzione) il risultato non cambi e cioè quello del costo finale. Grazie per leggerci e saluti
Salve,
Sto interessandomi anch’io alla costruzione di una piccola casa in classe A e sto raccogliendo informazioni in proposito. Ho trovato molto interessante questo articolo che riassume un pò tutto ciò che negli ultimi tempi ho raccolto come informazioni, parlando con costruttori vari, dai tradizionali a quelli in prefabbricato, ma ovviamente la mole di informazioni portano irrimediabilmente a creare molta confusione e ulteriore incertezze. Le ultime ricerche mi hanno portato a vedere anche prodotti termoisolanti già predisposti come poroton con anima in polistirene oppure lapilcemento sempre con anima in polistirene. Quest’ultima soluzione mi è stata fatta conoscere da un amico che ha costruito una casa con questo sistema (https://www.bricotherm.com/wp/) preferendolo al poroton che a detta sua, e di chi l’ha consigliato, riduce di molto la trasmittanza del calore nelle giornate calde oltre ad essere più traspirante. Mi piacerebbe a questo punto avere un parere anche da chi è un pò più esperto del sottoscritto e forse anche dell’amico pertanto chiedo cortesemente un parere su strutture fatte con queste due ultime soluzioni.
Grazie e cordiali saluti,