Il problema legato alle sostanza contenute nei cartoni della pizza , rimane un tema scottante. Recentemente i Carabinieri del Nas di Bari hanno sequestrato ben 25.000 contenitori in cartone per pizza da asporto, questi erano privi delle indicazioni per la rintracciabilità.
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Analisi sui cartoni della pizza
Recentemente “Il Salvagente” ha effettuato delle analisi indipendenti che hanno dimostrato la presenza di Bisfenolo A (BpA) in 2 cartoni su 3. I dati che emergono solo allarmanti in quanto il Bisfenolo A è noto da anni per essere un interferente endocrino che è stato bandito nel 2011 nei biberon di tutta Europa.
Dopo la pubblicazione delle analisi del Salvagente, il Codacons ha fatto un esposto a 104 Procure della Repubblica e ai Nas di tutta Italia, in modo tale che venissero effettuati degli accertamenti per verificare i rischi sanitari per i consumatori.
Presenza di Bisfenolo A
Come interferente endocrino, il Bisfenolo A, un composto di sintesi utilizzato nella produzione della plastica, è in grado di alterare lo sviluppo del sistema ormonale, mettendo a repentaglio la fertilità.
Nonostante sia stato dimostrato da anni la sua pericolosità, ecco che a sorpresa si ritrova nei cartoni della pizza. 2 su 3 presentano concentrazioni elevate, superiori a quelle consentite nei contenitori di plastica e in più che sono stati prodotti con carta riciclata, vietata dalla legge per i contenitori per la pizza.
Bisfenolo A: interferente endocrino
Il Bisfenolo A continua ad essere presente spesso in oggetti di uso quotidiano benchè sia stato ampliamente dimostrato il suo ruolo come interferente endocrino. Anche se per legge è ammesso un quantitativo minimo teniamo sempre presente l’effetto cocktail delle sostanze, dove è stato scoperto che il nostro organismo contiene un mix fino a 300 sostanze esterne dannose che possono avere enormi effetti collaterali.
I 3 contenitori che sono stati presi in esame sono:
- Liner Italia
- Garcia de Pou (spagnola)
- Izmir (tedesca)
Delle 3 aziende prese in esame è emerso che nei contenitori della Liner non è stata rilevata presenza di BpA migrato nell’alimento, nelle altre due invece è stato rilevato rispettivamente 179ppb nei cartoni di Garzia de Pou e 311ppb nei cartoni della Izmir, ovviamente di prodotto rilasciato nell’alimento.
La regolamentazione sul BpA è riferita a contenitori in plastica, questi quantitativi sarebbero illegali pertanto ma il problema è che nei contenitori in cartone non c’è regolamentazione. Sarà necessario fare un aggiornamento delle norme.
Sul problema della carta riciclata la legge (decreto ministeriale 21/3/1973) parla chiaro: le confezioni di cartone per la pizza da asporto devono contenere solo cellulosa “vergine”, ma non è così per l’Unione nazionale consumatori, secondo la quale la parte esterna delle scatole spesso è prodotta con cellulosa ricavata da carta riciclata che, provenendo dal macero, possono rilasciare sostanze tossiche, in particolare il Dipb (diisobutiliftalato), un solvente utilizzato nel riciclaggio della carta per togliere inchiostri e coloranti.
Ne avevamo già parlato in precedenti articoli dei rischi connessi a determinati cartoni della pizza che vengono prodotti con materiale riciclato e non con cellulosa vergine.