C’è una strage di cui le grandi nazioni occidentali preferiscono non parlare: la strage dei bambini siriani.
Parliamo di piccoli nati durante la guerra che hanno visto piovere bombe di ogni tipo e che, in questo rigido inverno, costretti a fuggire disperatamente verso le frontiere, hanno dovuto fare i conti con la neve.
Il freddo, infatti, si è rivelato fatale per la piccola Iman, di soli 18 mesi, morta tra le braccia del padre che ha camminato sotto la neve per 5 ore, cercando un ospedale ancora funzionante.
Si, perché il numero degli ospedali distrutti continua a crescere, così come il numero degli operatori sanitari rimasti uccisi, con la conseguenza che i bambini feriti perdono spesso la vita, mentre i loro genitori sono alla disperata ricerca di una struttura che possa medicarli.
Oltre a Iman, c’è Aylan, morto annegato, e la piccola Ghufran, di 4 mesi, che ha resistito agli stenti e al freddo ma è spirata nella sua tenda, coperta di neve, nella periferia di Idlib.
Indice dei contenuti
Il coraggio dei piccoli eroi, l’incuranza dei leader politici
I bambini siriani hanno rischiato e continuano a rischiare la vita sotto i bombardamenti chimici, per proiettili, mine, esplosioni, malattie facilmente curabili se solo ci fossero i medicinali, l’accesso, in generale, alle cure mediche, ad aiuti salva-vita e ad altri servizi di base.
Sono questi gli eroi di cui nessuno parla, in cui troviamo tutto il coraggio che, invece, manca ai leader politici di tutto il mondo, i quali non sono riusciti a porre fine a questa atroce guerra.
Basti pensare che in Siria gli ordigni inesplosi sono piazzati ovunque: sotto i tappeti, nei frigoriferi, negli orsetti di pelouche delle piccole e ignare vittime.
Save de Children fa riflettere sul fatto che quasi 280 mila bambini hanno subito un’interruzione della loro istruzione e da inizio 2020 già 22 scuole sono state bombardate, mentre Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord ribadisce che colpire scuole e asili usati per scopi civili è un crimine di guerra.
Quanti padri dovranno rassicurare i loro figli e farli ridere, mentre gli spari esplodono? Quante madri dovranno urlare disperatamente, tenendo tra le braccia i loro figli morti? E quanti bambini siriani dovranno rimanere ancora orfani?
l bambini siriani trovano la pace nella morte
Non perdiamo mai di vista un concetto fondamentale: quella siriana è principalmente la strage dei bambini.
Anni e anni di orrore hanno trasformato tutto ciò che fa parte dell’infanzia, i sogni, persino i versi degli animali in una lenta agonia verso la morte.
Non possiamo continuare a far finta che tutto ciò non stia accadendo perché, malgrado il famigerato Coronavirus, questa è una tragedia per tutto il mondo.
Bambini siriani mutilati, trucidati, vittime di incubi, che non sono più in grado di trattenere la pipì, che si spaventano per una porta sbattuta dal vento, che sognano… sognano di morire per andare in Paradiso dove finalmente saranno al caldo e al sicuro e potranno re-incontrare i loro cari defunti e i loro coetanei uccisi, per “continuare a giocare” con loro.
Sogni, questi, al limite dell’inverosimile, tanto che molti arrivano a praticare su se stessi atti di autolesionismo e tentano il suicidio, spesso riuscendoci.
Tanti adolescenti fanno uso di droghe per affrontare lo stress e decidono volontariamente di arruolarsi in gruppi armati per mangiare, senza tralasciare il devastante impatto psicologico di tutto ciò che devono subire e vedere.
Non dimentichiamoci di Hamza el Khateeb, definito”il primo martire della primavera di Damasco”; rapito, violato e ucciso, la cui salma venne ritrovata un mese dopo, con il sesso tagliato. Non dimentichiamoci delle violenze sessuali che aggiungono orrore ad orrore.
Intanto l’orrore continua
Ieri 9 civili, 5 dei quali bambini, sono rimasti uccisi dall’esplosione di un missile lanciato dall’esercito siriano sulla città di Idlib. Lo denuncia l’Osservatorio siriano per i diritti umani. Secondo l’Ong basata a Beirut, un missile terra-terra è finito su un quartiere residenziale di Idlib.
Insomma, la strage continua…una strage degli innocenti che passerà alla storia come uno dei conflitti più sanguinari dell’era post-moderna.
Un giorno ci verranno i brividi, scorrendo il racconto del dolore racchiuso nelle parole delle pagine di sussidiari e libri di storia. Poi arriveranno speciali, dossier e magari una giornata della memoria per non dimenticare.
Ma a cosa serve ricordare se si continua a uccidere? Quel che conta è il numero delle vittime di questo disastro umanitario: giovani madri senza figli, mariti senza mogli, famiglie distrutte, lacerate, costrette a fuggire ma soprattutto bambini. Salviamo i bambini siriani!
Urge un corridoio umanitario di aiuti e un tavolo di concertazione nazionale di teste politiche pensanti che abbiano davvero a cuore la pace nel mondo e la tutela dei bambini e di tutte le innocenti vittime di una guerra atroce.
È giusto informare, ma senza proposte di azioni l’informazione svolge la sua funzione a metà. A chi possiamo scrivere, segnalare, manifestare che è ora di mettere uno stop? Che il popolo lo esige? Ministeri, Alte cariche, chi?
E’ una vergogna! Cosa fa l’ONU per far cessare questi crimini di guerra? Esistono ancora i Caschi Blu?
Visto che la diplomazia non riesce a fermare questo massacro, per colpa dei tiranni che guardano solo ai propri interessi, possibile che le Nazioni Unite non riescano a decidere di inviare in Siria
una forza di interposizione consistente? A che serve l’ONU se non può intervenire in situazioni come questa?
Senza chiedere cosa fanno i politici io solo offro un posto a casa mia a un bambino rimasto solo.