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Gli zuccheri aggiunti nell’industria alimentare fanno male quanto i grassi saturi. Le industrie dello zucchero lo hanno saputo per decenni, ma pagavano i ricercatori per fargli dire bugie.
Gli zuccheri aggiunti possono provocare malattie coronariche, diabete e perfino il cancro, se consumati in eccesso. Oggi ci sembra quasi scontato. Giusto qualche mese fa vi avevamo parlato dell’aumento del rischio tumore con un consumo eccessivo di additivi dolci.
Quello che per noi è scontato, però, non lo era qualche anno fa. E oggi scopriamo che queste notizie ci sono state nascoste di proposito.
Alcune aziende del settore dell’industria americana dello zucchero, hanno pagato decine di scienziati per far pubblicare degli studi “scientifici”, che minimizzassero il ruolo degli zuccheri aggiunti nella comparsa di malattie coronariche.
A scoprirlo, una nuova ricerca condotta da Cristin Kearns e colleghi della University of California San Francisco. Il team ha scoperto una serie di documenti scottanti, pubblicati dal Jama Internal Medicine. Per più di 50 anni, la lobby dello zucchero avrebbe imposto la propria ‘verità’ sui rischi per la salute. E ha cercato di spostare l’attenzione soprattutto sui grassi saturi.
“Insieme ad altre recenti analisi dei documenti dell’industria dello zucchero“, spiega Kearns, “le nostre scoperte suggeriscono che il settore ha sponsorizzato un programma di ricerca negli anni ’60 e ’70 che è riuscito a suscitare dubbi sulla pericolosità del saccarosio, mentre additava il grasso come alimento colpevole delle malattie coronariche“.
Gli zuccheri come il fumo di sigaretta
I ricercatori guidati da Kearns hanno paragonato l’approccio dell’industria degli zuccheri alle tattiche utilizzate dalle multinazionali del tabacco per minimizzate il collegamento tra le sigarette e le malattie cardiache. E la tattica ha funzionato.
“Negli anni ’80, erano ormai pochi gli scienziati a credere che gli zuccheri aggiunti avessero un ruolo significativo nelle malattie cardiache e coronariche. Le prime Linee Guida sull’Alimentazione per gli Americani, uscite nel 1980, si focalizzarono infatti sulla riduzione dei grassi, dei grassi saturi e del colesterolo, per la prevenzione delle malattie cardiache“, spiegano ancora i ricercatori.
Il risultato? L’enfasi eccessiva sui grassi ha portato l’industria alimentare a produrre alternative light e senza grassi per i propri prodotti, quando in realtà gli stessi erano pieni di zuccheri aggiunti e carboidrati complessi. Elementi che oggi sono elencati tra le cause di malattie cardiache e diabete, proprio come i grassi.
In realtà, qualcuno già a partire dagli anni ’70 avvertiva la popolazione sui problemi creati dagli zuccheri. “Sfortunatamente, questo consiglio era seppellito dalle multimilionarie campagne pubblicitarie per le bevande gasate e altri cibi e bevande zuccherati“, ha dichiarato il Center for Science in the Public Interest degli Stati Uniti.
La scoperta di Kearns non deve stupirci. D’altronde, l’industria dello zucchero aveva provato lo stesso trucchetto anche per quanto riguarda la correlazione tra carie e zuccheri.
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