Ancora una volta sentiamo parlare di glifosato. Nei giorni scorsi, l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente, l’Environmental Protection Agency – EPA, ha incontrato una delegazione di scienziati, ambientalisti e madri che hanno mostrato una forte preoccupazione a causa di tracce di glifosato trovate nel latte materno.
Il glifosato, lo ripetiamo per chi non conoscesse questo prodotto, è il componente principale del Roundup, l’erbicida della Monsanto più popolare al mondo.
Da anni gli scienziati studiano le conseguenze che questa sostanza può comportare sull’uomo. Si parla di malformazioni, problemi gravi ai reni, interferenze con le funzioni riproduttive, aumento di rischio di Parkinson e di casi di autismo nei bambini.
L’Agenzia ha incontrato in particolare un gruppo, denominato Moms Across America, che ha chiesto un intervento immediato e un ritiro del Roundup.
Zen Honeycutt, la fondatrice del gruppo, ha affermato: “Questo è un veleno ed è nel nostro cibo. Ed ora è stato trovato anche nel latte materno. Numerosi studi mostrano gravi danni ai mammiferi. Vogliamo che questo tapis roulant tossico di cocktail chimici nel nostro cibo venga fermato”.
Il Roundup in cui è presente il glifosato è un erbicida presente in commercio dal 1970 e utilizzato in agricoltura, nei giardini e, come abbiamo avuto modo di vedere, anche nella manutenzione delle strade qui in Italia.
Il glifosato è attualmente sotto osservazione dell’EPA che entro il 2015 dovrà determinare se il suo uso debba continuare così com’è, essere limitato o addirittura sospeso.
L’agenzia si aspetta di avere una valutazione preliminare del rischio completa entro la fine di quest’anno.
Dal canto loro, Monsanto e altri produttori chimici hanno assicurato che il glifosato è stato ampiamente studiato ed ha una lunga esperienza di utilizzo sicuro ed efficace.
Non sono dello stesso parere naturalmente gli ambientalisti, i consumatori e gli scienziati che hanno portato a sostegno della loro tesi numerose ricerche che attestano la tossicità di questo prodotto.
Il glifosato, infatti, è nocivo per le piante, per gli animali e per le persone.
Il gruppo Moms Accross America, che non ha intenzione di “mollare la presa” sulla questione, ha affermato che entro l’anno renderà disponibile uno studio sulla presenza di questa sostanza chimica nel latte materno negli Stati Uniti. I test commissionati dall’associazione e dal sito d’informazione Sustainable Pulse hanno rilevato la presenza di alti livelli glifosato in tre campioni su dieci di latte materno analizzato. Le analisi su 35 campioni di urine, invece, hanno evidenziato la presenza di residui di glifosato dieci volte superiori a quelli rilevati lo scorso anno da un’indagine analoga.
E pensare che solo l’anno scorso, l’EPA aveva deciso di aumentare i livelli di tolleranza ammessi per i residui di glifosato negli alimenti. Per l’agenzia il glifosato continua a essere un prodotto sicuro.
(Foto: raruschel)
Nel mio romanzo “Trifoglio odoroso” descrivo, tra l’altro, di come nell’antichità risultasse subdolo il meccanismo biochimico mediante il quale le sostanze tossiche, ingerite dalle puerpere, risultassero mortali per i propri bambini. In pratica si verificava che mentre il corpo delle madri riusciva a resistere alle sostanze tossiche, lo stesso non si verificava per dei neonati dotati di un piccolo peso corporeo e degli organi interni in fase di crescita. Le morti si ritenevano legate a fattori naturali ma come avrebbero potuto immaginare quelle povere madri che, nella realtà, erano state loro, tramite il proprio latte, a determinare il decesso dei bambini?
Ma la storia, è risaputo, a volte rischia di ripetersi e mi auguro solo
che le ulteriori indagini non riscontrino nulla di anomalo.
Giuseppe D’Alessi