Nei giorni scorsi è arrivata notizia che 150 studenti di Roma, in gita scolastica, hanno pulizia delle spiagge di Cala del Cefalo nel Cilento.
Su questa onda positiva anche ad Amante, in Calabria, ben 490 studenti hanno ripulito le spiagge, ben 13 chilometri.
Gli studenti provenivano dalle scuole secondarie di primo grado di Lago, Campora, Aiello e Cleto. Questo progetto di Amantea era già la seconda edizione di un’iniziativa chiamata “Un mare d’a..mare“, ideata e organizzata dal prof. Nicola Morelli dell’IC Mameli Manzoni di Amantea.
Sembra che queste iniziative stiano prendendo sempre più piede tra le gite scolastiche, rendere partecipi i giovani e sensibilizzarli in attività che contribuiscano a ripulire l’ambiente e a salvare le nostre terre. Molti privati hanno partecipato e sponsorizzato l’evento, fornendo materiali, come magliette, sacchi dell’immondizia, alimenti e bevande.
Ma non solo queste le iniziativa, anche semplici volontari che ripuliscono le coste da Nord a Sud, ad esempio i gruppi di Legambiente.
Pulizia delle spiagge: Beach Litter 2019 Legambiente
La pulizia ha prodotto la raccolta di ferro, carta, ma la maggiorana era plastica. Anche se finalmente la UE ha detto stop alla plastica, la situazione è pesante. Se pensiamo che nel 2018 è stato presentato e pubblicato, il dossier di Legambiente Beach Litter 2018, dove emerge che per ogni passo che facciamo lungo le nostre spiagge, incontriamo 4 rifiuti e la maggioranza è plastica. Sono stati trovati circa 620 rifiuti ogni 100 metri, la plastica rappresenta l’80% del totale raccolto. In questo quadro, nessuna spiaggia si salva, Legambiente ha analizzato i vari litorali, 78 tra Nord e Sud, e il 95% presenta rifiuti.
Nel nuovo dossier Beach Litter 2019 su 93 spiagge monitorate, per un totale di circa 400mila metri quadri, pari a quasi 60 campi di calcio, sono stati trovati una media di 968 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia (sono 90.049 i rifiuti censiti in totale). L’81% è rappresentato dalla plastica (784 rifiuti ogni 100 metri) e per una spiaggia su tre la percentuale di plastica eguaglia o supera il 90% del totale dei rifiuti monitorati. I dati sono addirittura aumentati rispetto all’anno precedente e la cosa è di maggiore preoccupazione.
Foto di proprietà di Legambiente
Vi è inoltre un’altra iniziativa sempre di Legambiente, Clean Up The Med, dal 1995 Legambiente coordina associazioni, scuole e Istituzioni locali che dedicano l’ultimo fine settimana di maggio alla pulizia delle spiagge e dei siti naturali.
L’inciviltà lascia il segno, sempre,ce n’è per tutti i gusti: mozziconi di sigarette, bottiglie varie, calcinacci, cotton fioc.
Anche quest’anno, comunque, si conferma regina indiscussa dei rifiuti sulle nostre spiagge la plastica.
Da dove arrivano i rifiuti?
Ben il 30% dei rifiuti ritrovati è costituito da packaging, di cui il 26% da imballaggi e involucri alimentari e il 4% da packaging non alimentare (es. scatole e teli).
Al secondo posto troviamo i rifiuti da mancata depurazione, quasi 5000, e al terzo i rifiuti derivanti dal fumo. Più di 2000 i rifiuti legati al settore pesca con il 6% e con il 3% troviamo la categoria degli inerti e materiali da costruzione abbandonati in loco.
Ai primi posti della top ten (i 10 rifiuti più trovati) ci sono pezzi di plastica e polistirolo (il dato più preoccupante perché sono i “precursori” delle microplastiche, inquinamento irreversibile e incalcolabile) ma anche tappi e coperchi di bevande (se ne trova 1 per ogni metro di spiaggia), mozziconi di sigarette (è stato trovato l’equivalente di 359 pacchetti di sigarette in soli 9 km), cotton fioc (il 7,4% di tutti i rifiuti monitorati) e materiale da costruzione (con oltre 4mila rifiuti legati a sversamenti illegali in piena spiaggia). Purtroppo, non mancano le bottiglie di plastica (45 ogni 100 metri) e stoviglie di plastica come piatti, bicchieri, posate e cannucce (34 ogni 100 metri) che insieme ad
altre tipologie di rifiuti evidenziano come l’usa e getta di plastica, se viene disperso nell’ambiente, rappresenti uno dei principali nemici del nostro mare.Sono tutti rifiuti che fanno male all’ambiente, che intrappolano e uccidono uccelli, mammiferi marini e tartarughe.
Ma non solo. La plastica arriva anche sulle nostre tavole. La frammentazione graduale dei rifiuti genera milioni di micro particelle che si disperdono nell’ecosistema marino e costiero e vengono ingerite dai pesci. Attraverso la catena alimentare, noi consumiamo queste sostanze nocive.
Ma quanto ci costa tutto questo?
Secondo uno studio commissionato dall’Unione Europea e realizzato da Arcadis, il marine litter costa all’Ue ben 476,8 milioni di euro l’anno. Purtroppo, questa cifra prende in considerazione solo i settori di turismo e pesca, e non è possibile quantificare l’impatto su tutti i settori economici. Sappiamo comunque che il costo totale stimato per la pulizia di tutte le spiagge dell’Unione Europea è pari a 411,75 milioni di Euro e l’impatto sul settore pesca è stimato intorno ai 61,7 milioni di euro all’anno.
(Foto: Legambiente)