Negli ultimi anni, un numero crescente di consumatori ha preso consapevolezza del proprio potere. Le scelte degli acquirenti, infatti, influenzano il modo d’agire delle aziende, anche grosse, orientandole verso politiche più sostenibili.
Qualche anno fa, ad esempio, fece molto scalpore un’indagine che mostrava il trattamento riservato ai conigli per ricavare la lana di Angora. Animali brutalizzati, la cui pelliccia strappata dalla carne dei conigli veniva venduta a delle catene di abbigliamento che hanno la loro distribuzione anche in Italia. La mobilitazione degli attivisti e dei consumatori, allora, ha portato diverse aziende a ripensare le proprie politiche interne, assicurando controlli più rigidi in merito al reperimento di materie prime e l’eliminazione dal proprio catalogo di indumenti a base di lana di Angora.
Ma questo non è l’unico problema che riguarda il mercato della moda. Salari da fame, condizioni lavorative disumane, inquinamento, sono la punta dell’iceberg di un sistema che, spesso, si arricchisce del sangue altrui.
Ma allora, come orientare le proprie scelte all’interno di un contesto simile?
Ecco alcune soluzioni.
Commercio equo
In genere, gli indumenti che sono certificati come commercio equo e solidale sono stati realizzati in una fabbrica che è controllata e che risponde a determinati standard di metodi di produzione, condizioni di lavoro, attenzioni ambientali e corrette pratiche commerciali. La cosa migliore è sapere che i lavoratori sono stati pagati con un salario equo, in base al lavoro svolto, che gli consenta di vivere in modo dignitoso.
Cotone biologico
Il cotone è una delle colture in cui vengono adoperati il maggior numero di pesticidi. Le piantagioni di cotone utilizzano circa il 25 per cento di tutti i pesticidi a base di petrolchimici, fungicidi ed erbicidi a livello globale. Per questo, scegliere cotone biologico è un ottimo modo per ridurre l’impatto ambientale dell’industria tessile sul pianeta. A tal proposito, esistono certificazioni specifiche che attestano la provenienza delle materie prime utilizzate.
Alternative tessili
Alcune aziende stanno facendo delle cose davvero interessanti, come tessuti realizzati a partire dagli scarti degli agrumi o altri materiali riciclati. Inoltre non trascuriamo il fatto che Cotone e lana possono essere riciclati e ri-filati.
Produzione locale
Comprare vestiti prodotti a livello locale è un modo per sostenere gli artigiani locali e tagliare i costi (anche ambientali) di trasporto.
Trasparenza
Un numero crescente di aziende fornisce descrizioni dettagliate sui loro siti web sui materiali di cui sono fatti i prodotti e come vengono realizzati. La politica della trasparenza è molto importante, perché coinvolge il consumatore più attivamente nel processo di produzione, consentendogli di fare scelte consapevoli. Occhio però alle trovate di marketing che di green hanno solo una maschera…
Infine, attenti ai materiali dannosi per la salute con i quali potrebbero essere costruiti i vestiti. Greenpeace da anni sta portando avanti la sua battaglia contro le sostanze tossiche che danneggiano noi e l’ambiente, con la sua campagna Toxic Fre. Tenete d’occhio l’iniziativa e informatevi quali sono le aziende che hanno operato un radicale cambiamento di rotta nella loro politica produttiva.
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