Se l’attenzione globale è focalizzata sull’epidemia di Coronavirus, in America Latina la Dengue, nota anche come febbre spacca ossa o febbre rompi ossa, ha raggiunto il suo massimo storico nel 2019 e la sua diffusione sta crescendo rapidamente nel 2020.
I casi confermati di Dengue in America Latina e Caraibi tra il 2019 e il 2020 hanno raggiunto i 3.095.821 individui colpiti, con 1530 decessi, secondo quanto affermato dalla PAHO (Pan American Health Organization).
Marcos Espinal, direttore del Dipartimento delle malattie trasmissibili della PAHO avverte: “la regione sta attraversando un nuovo periodo epidemico di Dengue con un notevole aumento di casi”.
Solo nel gennaio 2020, infatti, si sono ammalate già oltre 125.000 persone, con almeno 27 morti in tutta la regione.
Allarmante è la progressione della malattia in Messico, Honduras, Paraguay, Guatemala, Brasile, Colombia, Argentina.
Insomma, si tratta certamente un’emergenza ambientale e sanitaria, in rapida diffusione.
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), attualmente un terzo della popolazione mondiale vive in aree di rischio di contatto con zanzare della Dengue e questa percentuale sarebbe destinata a raddoppiare nel 2085.
Trasmissione, tipologie e sintomi della Dengue
Oltre alle temperature elevate, l’effetto serra sta rendendo sempre più comuni eventi estremi (es. grandi tempeste) e le pozze che si formano a seguito dei temporali sono l’habitat naturale per il moltiplicarsi delle uova dell’ Aedes aegypti, zanzara così chiamata in quanto scoperta, per la prima volta, in Egitto, nel 1762.
Le zanzare Aedes, a differenza delle Anopheles, che trasmettono la Malaria, pungono nelle ore diurne, con un massimo di attività nelle 2 ore successive all’alba e nelle ore che precedono il tramonto.
Un’altra specie di Aedes, l’Aedes albopictus, si adatta a climi temperati e relativamente freddi, sfruttando, per riprodursi, anche piccolissime raccolte di acqua piovana (in barattoli vuoti, sottovasi, vasche ornamentali, pneumatici usati).
La trasmissione avviene attraverso la puntura delle zanzare del genere Aedes, infettate da uno dei quattro sierotipi virali: DEN-1, DEN-2,DEN-3 e DEN-4.
La Dengue classica si manifesta con:
- sensazione di debolezza e stanchezza
- febbre alta
- brividi
- grave cefalea
- dolore con il movimento degli occhi
- fortissimi mal di schiena, gambe e articolazioni
- eruzioni cutanee sul viso
Una volta che questi sintomi si sono risolti, la situazione può migliorare per un giorno circa per poi riavere febbre ed eruzioni cutanee su petto, schiena, braccia e viso.
La Dengue emorragica, ossia la forma più grave, comprende tutti i sintomi della Dengue comune, accompagnati da:
- sanguinamento da naso, bocca, retto
- dolore addominale
- vomito con sangue
- sangue in feci e urina
- eruzioni maculo-papulari simili al morbillo
- tosse
- faringodinia
- petecchie
- collasso circolatorio
- nei peggiori casi decesso

Diagnosi, cura e prevenzione
La diagnosi della malattia avviene attraverso specifici esami di laboratorio, volti alla ricerca di anticorpi specifici (anticorpi lgM-Dengue) e diversi saggi ELISA con gradi di sensibilità e specificità diversi.
La cura può comportare la somministrazione di diverse categorie di farmaci:
- paracetamolo o acetaminofene
- codeina (derivato oppioide con effetto analgesico)
- carbazocromo solfonato sodico (per le forme emorragiche)
- clorochina (con efficacia dubbia sul trattamento della dengue)
- somministrazione di liquidi per endovena per reidratare il soggetto
Attualmente è stato introdotto un nuovo vaccino, dal nome commerciale di Dengvaxia, costituito da virus vivo attenuato, somministrato in 3 dosi a distanza di 6 mesi. L’Agenzia Europea ha approvato il suo uso a partire dai 9 ai 45 anni, mentre la FDA lo ha approvato per individui dai 9 ai 16 anni.
Il vaccino è indicato per chi vive in aree endemiche e può essere somministrato solo a chi ha avuto una precedente infezione da Dengue, confermata da esami di laboratorio.
La prevenzione prevede:
- bonifica delle aree con elevata densità di popolazione
- rispetto delle norme igienico-sanitarie
- rimozione dei rifiuti urbani
- smaltimento delle acque di fogna
- disinfezione
Raccomandazioni per viaggiatori in aree endemiche
I viaggiatori in aree endemiche devono adottare alcuni accorgimenti:
- indossare abiti chiari, con maniche lunghe e pantaloni lunghi che coprono la maggior parte del corpo
- evitare i profumi
- applicare repellenti a base di dimetilftalato sulla cute esposta, ripetendo l’applicazione ogni 2-3 ore
- alloggiare in stanze dotate di aria condizionata o di zanzariere alle finestre, assicurandosi che siano ben chiuse
- spruzzare insetticidi con piretro nelle stanze
La dengue è più o meno pericolosa del Coronavirus?
Se l’epidemia causata dal Coronavirus sta destando preoccupazione in tutto il mondo, altri virus uccidono più di esso.
La Dengue è quindi più pericolosa, insieme ad altri virus letali come l’Ebola che ha colpito il Congo, il Marburg, l’HIV e quindi l’AIDS, l’HPS o HANTAVIRUS, il ROTAVIRUS, aggredito oggi dalla diffusione di vaccini, l’INFLUENZA che causa 500 mila decessi ogni anno.