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Glifosato e pesticidi trovati negli spaghetti: test e analisi. La lista delle marche

by Sonia
24 Dicembre 2021
in Allerte prodotti sul mercato
33
spaghetti glifosato test 2020

Un recente test condotto in Germania da Ökotest, mensile tedesco dei consumatori, ha rivelato la presenza del tanto discusso glifosato anche se al di sotto dei limiti di legge.

Secondo quanto riporta il mensile sono state trovate dalle analisi tracce di glifosato negli spaghetti Barilla, Buitoni e Lidl.

Ökotest ha analizzato 20 pacchi di spaghetti tra i quali De Cecco, Barilla, Buitoni e Lidl alla ricerca residui di oli minerali, presenza di pesticidi in generale e in particolare del glifosato e del suo metabolita Ampa e per ultimo la presenza di micotossine come il Don.

ll voto più basso spetta al prodotto Lidl, che secondo Ökotest, oltre al glifosato e al suo metabolita Ampa, ha riportato la presenza di Don.

Nei prodotti Barilla e Buitoni il risultato, secondo Ökotest è buono malgrado la presenza di tracce di glifosato, ma per i parametri scelti presentano solo questa lacuna.

Per i pacchi venduti all’estero non esiste l’obbligo di specificarne la provenienza, diversamente da quello italiano, e quindi si riesce sulla maggioranza comunque a leggere che l’origine è  Canada, Usa, Grecia, Italia e Spagna. Ricordiamo che nel Canada e negli Usa l’utilizzo del glifosato è molto frequente rispetto ad altri paesi europei.

Test e analisi in Italia sulla pasta

Ormai i test e le analisi sui prodotti di largo consumo sono all’ordine del giorno. Vediamo come si è evoluta la presenza di glifosato e pesticidi negli spaghetti in 6 anni.

Il test che abbiamo pubblicato nel 2014 riguarda confezioni di spaghetti sono state acquistate nei supermercati e discount della Svizzera francese (Aldi, Lidl, Coop, Manor e Denner) e dei sette tipi di spaghetti con residui, quattro sono di produzione italiana e tre svizzera.

Noi stessi abbiamo sempre trattato molto da vicino l’argomento glifosato nella pasta, negli alimenti e pubblicato periodicamente il risultato dei testo, vedi:

Pasta senza glifosato: le migliori marche

Birre vendute in Italia con tracce di glifosato

Analisi dei prodotti sul mercato italiano con glifosato

Glifosato nel caffè

Questo, perchè, e lo vogliamo ribadire in questa sede, il glifosato può essere pericoloso anche a piccolissime dosi ed impattare grandemente soprattutto sulle nuove generazioni.

Oggi, all’indomani dell’uscita della nuova analisi de “Il Salvagente” su marchi di spaghetti in vendita nella GDO italiana, tiriamo una linea e vediamo il confronto rispetto a qualche anno fa.

Il test svizzero 2014 fu eseguito congiuntamente dalla rivista Bon à savoir e dalla Radiotelevisione svizzera RTS su campioni di pasta biologica e convenzionale. Su cinque confezioni furono trovate tracce di pirimifos metile che viene usato per la conservazione del grano nei silos, queste confezioni furono:

  • Prix Garantie
  • Combino – Lidl
  • Reggano
  • Barilla
  • La Pasta di Flavio
test-spaghetti-pesticidi

Furono poche e scarse le repliche delle aziende interessate, tra le quali la Barilla che ha precisato che l’80% del grano usato per le sue produzioni proviene dall’Italia e il restante 20% di grano duro da Francia e Stati Uniti e il vizietto dei pesticidi ce l’hanno proprio i francesi sempre pronti a picconare il Made in Italy.

Le analisi 2020 sugli spaghetti venduti in Italia

Secondo la celebre rivista che da anni difende gli interessi dei consumatori italiani, la prima motivazione di questa problematica importante del ritrovamento del glifosato ( erbicida classificato come “probabilmente cancerogeno” dalla IARC ) nella pasta, è l’aumento dell’importazione di grano duro canadese, che raggiungerà nel 2020 la cifra record di 1,1 miliardi di chili sui complessivi 2,5 miliardi importati dall’estero.

Ricordiamo anche che in un nostri recente articolo, abbiamo pubblicato uno studio che afferma il danneggiamento del microbioma intestinale da parte di queste sostanze tossiche usate dall’agroindustria.

spaghetti butta la pasta
Butta la pasta: questo il nome dell’indagine IL Salvagente su glifosato negli spaghetti

Le marche peggiori di spaghetti con pesticidi e glifosato

Ecco la lista delle marche di spaghetti peggiori secondo Il Salvagente:

  • viste le minacce legali che ci stanno arrivando per aver pubblicato lo studio de “Il Salvagente”, siamo costretti a non citare le marche per evitare qualsiasi problematica che possa minare la già difficile gestione del nostro lavoro.

Dobbiamo sottolineare come rispetto al precedente test de Il Salvagente nel 2018, quando solo in due tipi di pasta riscontravano glifosato, la tendenza come anticipato è nettamente in crescita. Il periodo però era diverso; ma dal 2016 al 2018 le aziende, sotto pressione dell ‘opinione pubblica sensibilizzata anche da testate come la nostra, cambiarono fornitori e nel 2018 dal Canada arrivarono appena 100 milioni di chili, rispetto all’1,1 miliardi previsti per oggi.

Pericolosità del dosaggio di glifosato per i bambini

Oltre ai pesticidi è stata cercata la micotossina Deossinivalenolo, nota come Don, particolarmente pericolosa per i bambini.

Tutti i campioni sono al di sotto del limite di legge previsto per gli adulti (750 mcg/kg) anche se in tre casi – vedi studio de “Il Salvagente” – le concentrazioni sono superiori al limite previsto per i bambini sotto i tre anni (200 mcg/kg). Pur non essendo espressamente paste pediatriche, sicuramente sarebbe meglio non condividerle con i più piccoli.

Nello stesso articolo de Il Salvagente a cui vi rimandiamo, potete anche vedere le risposte delle case che sono state chiamate in causa per la presenza di tracce di glifosato negli spaghetti.

spaghetti pesticidi e glifosato
Spaghetti all’amatriciana: sono una delle ricette più seguite sul web assieme a quella degli spaghetti alle vongole

Le marche migliori di spaghetti senza glifosato o pesticidi

Possiamo esprimere una valutazione con una votazione crescente per le gli spaghetti usciti indenni dalla ricerca di glifosato:

  • Barilla (7)
  • Voiello (7)
  • NaturaSi (8)
  • Girolomoni (8)
  • La marca del consumatore (9)
  • Alce Nero (9)
  • Coop (9)
  • De Cecco (10)
  • Molisana (10)

Detto ciò, se si vuole la certezza di nutrirsi con prodotti sani e privi di pesticidi sono da scegliere i prodotti biologici che per legge non ne devono contenere.
Anche 6 anni fa, come oggi, la notizia è che gli spaghetti bio sono davvero bio!

Le 8 confezioni di pasta biologica senza glifosato

Chitarrine di Semola di Grano Duro – Girolomoni

Prezzo: € 1,32€ 1,12

Trovale Online

tagliatelle-di-pasta-di-semola-integrale-di-grano-duro-500g-002tag

Tagliatelle di Pasta di Semola Integrale di Grano Duro – La Terra e il Cielo

Prezzo: € 2,94

Trovale Online

Paccheri di Gragnano IGP – Semola di Grano duro Bio – Alce Nero

Prezzo: € 3,49€ 3,14

Trovali online

fusilli ecor bio

Fusilli di Grano Duro Bio – Ecor Naturasi

Prezzo: € 1,35

Trovali online

Pasta Bio con Grano Duro Senatore Cappelli – Penne Dalla Costa

Prezzo: € 3,11

Trovale online

Spaghetti di Semolato di Grano Duro – Iris

Prezzo: € 0,80

Trovali online

Pasta senza glutine Sotto le Stelle

Spaghetti di Grano Saraceno Bio per Celiaci senza Glutine – SottoleStelle

Prezzo: € 3,35

Trovale online

Pasta Granoro Integrale

Pasta di Semola Integrale Bio – Granoro

Prezzo: € 1,25

Trovale online


La lista di Granosalus senza pesticidi nè tracce di roundup

L’Associazione GranoSalus e I Nuovi Vespri hanno effettuato dei test su diversi spaghetti prodotti da marchi di pasta italiani, rilevando in alcuni di essi la presenza di glifosato sia pure in tracce, in altri nessuna presenza del pericoloso erbicida. Vediamo quali marchi di pasta producono spaghetti bio senza alcuna traccia di glifosato:

  1. Coop Vivi Verde Bio;
  2. Eurospin Tre Mulini Bio;
  3. Alce Nero Bio 100% italiano;
  4. Libera Terra Bio;
  5. Daunia & Bio;
  6. Olga Bio;
  7. Granoro Bio;
  8. Barilla Bio;
  9. Felicetti bio.

aggiornato il 24/12/2021

Tags: barillapesticidiproduzione italianaspaghettispaghetti bio
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Comments 33

  1. robe says:
    9 anni ago

    Quanta gente é morta?

    Rispondi
  2. paolo bastoni says:
    9 anni ago

    ma l’avete notato che i prezzi sono in franchi, quindi precedenti l’anno 2000?!?…..

    Rispondi
    • admin says:
      9 anni ago

      Ciao Paolo lo studio è svizzero, di conseguenza loro hanno i franchi.

      Rispondi
    • Armando Petitti says:
      9 anni ago

      Ma lo vogliamo dire che la Svizzera non adotta l’Euro ma la sua moneta è il Franco Svizzero

      Rispondi
    • Gian Luca says:
      9 anni ago

      Sono prezzi medievali, il franco veniva usato nel medioevo in Nord Italia, conviene segnalarlo subito. Hai notato che le confezioni di pasta erano dipinte a mano dai monaci ?

      Rispondi
      • Francesco says:
        9 anni ago

        Aahuahuahuahuahahua (y)
        Questi spaghetti saranno messi al rogo 😀

        Rispondi
    • Marco says:
      9 anni ago

      ????? La Svizzera non fa parte dell’Unione Europea di conseguenza mantiene da sempre la sua moneta originaria, il franco svizzero…

      Rispondi
    • denil says:
      9 anni ago

      Le confezioni sono attuali quindi sono franchi svizzeri, come da articolo, peccato non vi siano anche gli altri marchi

      Rispondi
    • monia says:
      7 anni ago

      Paolo in svizzera,la moneta corrente è il franco.

      Rispondi
    • Pietro says:
      5 anni ago

      In svizzera ci sono ancora i franchi, l’euro c’è un Francia

      Rispondi
  3. Carmelo says:
    9 anni ago

    Questi dati sono inutili e nocivi, è giusto informare e non disinformare, se si tratta di uno studio scientifico dove sono tutti i dati di validazione? qual è il range di incertezza? quanti campioni sono stati analizzati? scusate se parlo da chimico ma una volta che articoli così approdano alla rete si danneggia solo il mercato

    Rispondi
    • admin says:
      9 anni ago

      Salve Carmelo all’interno dell’articolo ci sono tutti i link di riferimento delle ricerche e da dove è pervenuta la notizia

      Rispondi
    • Anto says:
      9 anni ago

      Intanto fatti un giro allo stabilimento barilla di Melfi, vuoi che un’azienda che non bonifica l’amianto nei suoi stabilimenti abbia cura di non riempire cio’ che produce di pesticidi ? ..e scusami la minuscola..non è un errore.

      Rispondi
    • Catia says:
      8 anni ago

      è prorpio il mercato l’elemento da demolire , chi fa profitto sulla salute della gente e dell’ambiente!

      Rispondi
    • Amato Beccaceci says:
      8 anni ago

      Da chimico, oncordo pienamente con il commento di Carmelo.
      Pubblicate i dati delle analisi !

      Rispondi
  4. Alessandro says:
    9 anni ago

    Il limite di rilevabilita’ massima(LMR) di un principio attivo per avere il superamento di un limite consentito deve superare anche il limite di quantificazione (LOQ). La sensibilità delle macchine analitiche è aumentata nel corso degli anni così è più facile riscontrare falsi positivi. Se i limiti legali non vengono superati ciò non significa che ci mangiamo tracce di tutto ma soltanto che l’esposizione a quel principio attivo rientra nei limiti di tollerabilità. Non facciamo la solita demagogia.

    Tecnologo Alimentare

    Rispondi
    • admin says:
      9 anni ago

      Se lei preferisce mangiare alimenti nei quali è legalizzato l’uso di pesticidi, può farlo tranquillamente, crediamo solo che vi sia la necessità di poter scegliere.

      Rispondi
  5. laura says:
    9 anni ago

    Sarebbe da verificare se la presenza degli insetticidi è stata riscontrati anche sugli scaffali dei supermercati e se l’analisi è stata fatta, per ogni marca, su confezioni provenienti da diversi negozi.
    Insomma, la notizia così come è scritta non alcuna altra funzione che creare allarmismo e nulla più: ci vorrebbero delle info più dettagliate o dei riferimenti a dove trovare queste info.

    Rispondi
    • admin says:
      9 anni ago

      Purtroppo Laura riportiamo le informazioni delle quali siamo venuti a conoscenza, all’interno dell’articolo ci sono comunque dei link con i riferimenti originali.

      Rispondi
  6. Giancarlo says:
    9 anni ago

    Non esiste un limite o quantità minima!!!
    Non ci devono essere, punto è basta

    Rispondi
  7. Dario says:
    9 anni ago

    Io invece ringrazio per l’articolo. Quando nonostante il totale fallimento della Rivoluzione Verde, che grazie ai pesticidi, doveva sfamare il mondo, ci troviamo in una situazione in cui c’è gente che anche nei Paesi Industrializzati muore di fame, e chi può mangiare si mangia residui legalizzati (da Chi?), mi chiederei dove abbiamo sbagliato, invece di tirare in ballo franchi, insetticidi sui scaffali e cosi via. Grazie a chi tiene duro, e con pazienza..

    Tecnologo Alimentare, Università di Padova, Tesi Impatto Ambientale Coltivazione Prosecco in Provincia di Treviso

    Rispondi
  8. pietro says:
    9 anni ago

    L’articolo originale conclude che non esiste alcun rischio sanitario nell’assunzione di tutte le marche di pasta esaminate. Personalmente ritengo che il consumatore abbia il diritto di poter scegliere consapevolmente quali di queste paste consumare. Il resto e’ filosofia e non attiene affatto alla tutela della salute pubblica.

    persona di buon senso, dotato di laurea in Farmacia, non indispensabile.

    Rispondi
    • Dario says:
      9 anni ago

      La mia era una critica a chi risponde tirando in ballo cose che non c’entravano nulla, e concordo al 100% con te. L’ultima frase era semplicemente per rispondere a chi ha usato paroloni da Università. Non voglio certo arrivare ad infilare curriculum scolastici. Ma comunque bisogna sempre ricordare che FORSE il consumatore è libero di scegliere, ma spesso chi vive in certe zone non è libero neanche di aprire le finestre, di far giocare i propri figli in giardino e cosi via. Qui facciamo solo filosofia, ed è vero, ma volevo solo porre l’accento che alcune scelte fatte da alcuni, come limiti massimi etc., nocività o no di alcuni prodotti, allo stato attuale, non hanno portato a nulla, anzi a qualcosa si, che in primavera io e tutti i miei vicini le finestre non le apriamo..

      Rispondi
  9. massimo says:
    9 anni ago

    Ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni e di scrivere ciò che vuole, basta che il messaggio passato non sia fuorviante come nel titolo di questo articolo. Ovviamente il redattore è di parte, scrive a proprio favore. Spero che la parte offesa in questo articolo (e qui è pesantemente offesa) prenda posizione. Non è questo il modo di combattere per la salute alimentare (che in molti casi non viene salvaguardata dalle multinazionali), emettendo notizie allarmanti che in realtà non lo sono. Firmato: un razionale consumatore.

    Rispondi
  10. Gian Luca says:
    9 anni ago

    Certo e magari pensare che 0,018 mg/kg di pesticidi sono meno di quelli che ingeriamo in una passeggiata in campagna dopo qualche giorno che è stato trattato un campo, oppure che magari ci sono anche tracce di piombo/metalli pesanti oppure di diossina, tipo in Campania… bah, articoli davvero fatti ad hoc per certi prodotti…

    Rispondi
  11. milly says:
    9 anni ago

    Io uso il sistema dell’infedelta al prodotto. Ogni volta cambio marca provenienza tipo negozio ecc

    Rispondi
  12. Enzio says:
    9 anni ago

    Sono un dottore Agronomo e l’ambiente agricolo lo conosco.
    L’aticolo scritto così è solo disinformazione …..”tracce” può sinificare tutto o niente.
    I valori superano quelli imposti da normative, e quindi esiste rischio per la salute, o no, se inferiori a suddetti valori di quanto lo sono?

    Rispondi
  13. Anto says:
    9 anni ago

    Io continuero’ a non comprare la pasta dei barilla perchè mi basta sapere che non bonificano l’amianto dallo stabilimento di Melfi, fate una piccola ricerca. L’etica non è aria fritta.

    Rispondi
  14. Erasmo paone says:
    8 anni ago

    La GDO e’ nemica della qualità . Se volete un pacco di,pasta a 40 centesimi , mentre pagate due gocce di caffè un euro, cosa sperate di trovare oggi e sopratutto domani ? … E sapere che chi cerca ancora la qualità … Sta per chiudere perché gli,italiani … Le italiane… Non sanno,più riconoscere la qualità e per 20 centesimi si mangiano grani ogm , pesticidi , se non radiazioni …. Non basta parlare di qualità … Bisogna pure riconoscerla ed investirci sopra !

    Rispondi
  15. Roby says:
    7 anni ago

    Ma della pasta per celiaci non hanno analizzato nessuna marca? Io sono allergica al frumento vorrei capire se cado dalla padella alla brace anche con quella…

    Rispondi
    • Sonia says:
      7 anni ago

      ciao Roby, in questa ricerca no. Se non c’è frumento si spera che le materie di origine non siano state trattate con pesticidi per altre materie prime ( mais, riso ..ecc ). Dovresti cercare prodotti certificati biologici

      Rispondi
  16. JUKi says:
    7 anni ago

    CHE STRANO! Tutte marche italiane, ma guarda un po’.
    “Studi” stranieri che spalano merda sui prodotti italiani, una novità!
    Mi chiedo quanti studi smerdino i prodotti francesi, inglesi o tedeschi per esempio, io non ne ho mai sentiti

    Rispondi
  17. gianni says:
    2 anni ago

    Tutti commenti molto interessanti, chi pensa che si voglia criticare i prodotti italiani, chi i prodotti alimentari in generale , e chi parla di “tracce” di glifosato come se fosse acqua fresca.
    I margini di tolleranza non sono affatto sicuri secondo me, ci sono sostanze in giro che non hanno margini scientifici sicuri per il consumatore, e il glifosato è una di quelle, ma solo compromessi politico-commerciali per non dover squalificare certe provenienze privilegiate per motivi vari ( per fare altro esempio ci sono gli interferenti endocrini che nuocciono a qualsiasi dose).
    Non mi chiedete link per affermare questo , fatevi liberamente qualche ricerca e troverete fonti diverse da M/B che forniranno tutti gli studi possibili e immaginabili.
    Il sig.Seralini benchè sconfitto dallo strapotere ma non smentito scientificamente negli studi successivi vive e lavora ancora e sforna regolarmente scritti chiari e comprensibili a tutti.
    Poi ognuno prende le sue decisioni e crede a chi vuole.

    Rispondi

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