Il movimento di protesta che potrebbe caratterizzare il prossimo decennio negli Usa? Quello della resistenza al dispiegamento del 5G! Acronimo di 5°generazione della rete mobile, è il frutto di una lunga evoluzione: la 1° ha abilitato la conversazione da persona a persona; la 2° ha permesso la trasmissione dei testi; il 3G ha reso possibile la trasmissione anche delle immagini, sino al 4G che ha permesso di scaricare video a volontà.
Ma con il 5G punta ben oltre, ossia ad un’utilizzazione delle comunicazioni mobili riguardante tutto ciò che ci circonda, dalla spazzola per capelli, allo specchio del bagno, fino al contapassi che portiamo sul polso e al nostro telefono, tanto che si parla di “Internet delle cose” in inglese ” Internet of Things “.
Le proteste Usa contro la dilagante diffusione del 5G
Il proliferare della rete 5G ha innescato, inevitabilmente, un susseguirsi di proteste da parte di casalinghe, avvocati ma anche scienziati e giornalisti, che si danno appuntamento in biblioteche pubbliche, chiese compiacenti che mettono loro a disposizione locali in cui potersi riunire lontano da occhi indiscreti e persino nel bel mezzo del deserto, dalla costa est agli altipiani del Nuovo Messico, sino alle sponde della California.
La portata del problema è ampia se si pensa, ad esempio, che gli abitanti di Huntington si sono trovati antenne montate sul recinto di casa o a Eugene, in Oregon, dopo la loro scoperta nei pressi di una scuola media, la cittadinanza si è organizzata, formando il comitato Familes for safe meters e sono partiti immediatamente picchetti per strada.
Persino a San Francisco, nei pressi di uno dei centri medici più apprezzati al mondo, gli abitanti sono ricorsi al comune proprio nel momento di un cui le torri delle compagnie telefoniche sono state innalzate ma il Comitato della città della California, piuttosto che porre la questione sul piano della presunta minaccia alla salute, ha parlato di perdita del valore immobiliare.
Alla base delle loro proteste, al pari di quelle italiane, la convinzione che il 5G sia pericoloso per la salute umana.
Studi italiani affermano la sua pericolosità
Specie in questi ultimi anni, in Italia il dibattito sull’impatto sanitario del 5G si è fortemente acceso ed è sempre più crescente la preoccupazione, di molti, sulla diffusione di questa nuova generazione.
Sebbene lo IARC (Agenzia Internazionale per la ricerca sul Cancro) abbia classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza come cancerogeni di gruppo B (possibili cancerogeni), diversi gruppi di ricerca hanno provato a sintetizzare le evidenze disponibili per valutare il legame tra connessione 5G e rischi per la salute, a livello epidemiologico e tossicologico.
Nel caso delle onde ad alta frequenza, le maggiori attenzioni sono state rivolte ai tumori cerebrali. Alcuni studi riportano notevoli incrementi di rischio di neurinomi acustici (tumori cerebrali benigni) e gliomi ( maligni), con maggiore probabilità che la malattia si manifesti sullo stesso lato in cui si è registrata l’esposizione più elevata alle radiofrequenze; oltre a tumori alle cellule nervose del cuore, tumori al nervo acustico e tumori facciali.
Secondo l’Isde, le ripercussioni sulla salute potrebbero essere anche differenti dalla comparsa di un tumore, riguardando:
- la sfera neurologica
- l’apparato riproduttivo (sterilità maschile)
- il complesso sistema di regolazione ormonale interno all’organismo
Gli studi americani sul 5G
Specialisti come Sheron Goldberg, ritengono che il 5G provocherebbe:
- cataratte ( negli Usa il 60% delle operazioni chirurgiche agli occhi)
- resistenze agli antibiotici
- danni al sistema immunitario, poiché le onde millimetriche influenzano la sensibilità agli antibiotici delle colture di Stafilococco e E. coli.
Resta poi una grande incognita, legata al ruolo del 5G nei casi di depressione e suicidio e alla cosiddetta epidemia dell’oppio, legata al repentino aumento dei consumatori di oppioidi in Usa e Canada.
Al link, un ulteriore studio internazionale sulle frequente radiomagnetiche
Ecco perchè in Svizzera non hanno voluto il 5G!
In Belgio il 5G è stato fermato in via precauzionale – Interrogazione parlamentare italiana

Il tanto discusso twitter di Gunter Pauli sulla connessione 5G-Coronavirus
Sta facendo tanto discutere il messaggio postato su Twitter da Gunter Pauli, il consigliere economico di Giuseppe Conte, che ha fatto intendere la possibilità di un legame tra la diffusione del Coronavirus e la tecnologia 5G.
Pauli ha scritto: “La scienza deve dimostrare e spiegare la causa e l’effetto. Ma la scienza prima osserva le correlazioni: fenomeni che sono apparentemente associati. Applichiamo la logica della scienza. Qual è stata la prima città al mondo coperta dal 5G? Wuhan! E quale la prima regione 5G d’Europa? Il Nord Italia”.
Parole forti le sue, che hanno provocato inevitabili reazioni, specie in questi giorni cruciali, l’art 82 del Decreto Cura Italia (Misure destinate agli operatori che forniscono reti e servizi di comunicazione elettroniche) chiede alle compagnie di telecomunicazione di potenziare reti per sostenere l’impennata del traffico registrato a causa del crescente ricorso allo smart working da parte delle aziende e delle attività didattiche online.
Entro pochi anni la rete 5G, quella che dovrebbe connettere:
- droni
- auto automatiche
- blockchain
- case intelligenti
- contatori
- edifici
- città intelligenti
E’ quella che promette maggior velocità di trasmissione, prestazioni superiori in termini di latenza (risposta al comando dato all’oggetto connesso) sarà onnipresente ma si dovrà pagare un costo invisibile, fatto di onde radio, radiazioni elettromagnetiche e un flusso costante di segnali WI-FI che, seppur da molti considerate innocue, sono davvero rischiose per la nostra salute.
Non dimentichiamoci che il problema ci tocca direttamente, dato che l’Italia ha il più alto numero di impianti 5G sul territorio e dove è stata fatta partire la sperimentazione più importante a livello mondiale.
Non attivare in italia il 5G