L’alloro, o Laurus nobilis, è una pianta aromatica sempreverde che cresce spontaneamente quasi ovunque. Fin dall’antichità è conosciuta per le sue proprietà benefiche e per la simbologia ad essa collegata. Simbolo di gloria, le foglie di alloro cingevano infatti il capo di poeti illustri, condottieri e imperatori. In antichità la pianta veniva utilizzata come rimedio contro la peste.
Le foglie di alloro hanno un colore verdognolo, mentre i suoi frutti, delle bacche, sono nerastri. Foglie e bacche possono essere raccolte ed essiccate in un luogo buio, asciutto e ventilato, conservandole poi in un recipiente di vetro, chiuso ermeticamente.
Entrambe le parti sono ampiamente utilizzate come rimedi omeopatici, per la cura di differenti patologie. Le bacche, ad esempio, sono adoperate nel trattamento dei disturbi cutanei, per le loro proprietà antisettiche, le foglie, invece, sono conosciute soprattutto per i benefici sull’apparato digestivo.
La composizione di bacche e foglie è caratterizzata dalla presenza di grassi polinsaturi, resine, tannini e oli essenziali. Questi elementi conferiscono alla pianta il suo tipico odore e la arricchiscono delle proprietà digestive, antispastiche, toniche, calmanti e sudorifere per cui è nota.
Come accennato in precedenza, il principale utilizzo che si fa dell’alloro è soprattutto a beneficio dell’apparato digerente, verso il quale esercita un’azione riequilibrante, calmante e protettiva nei confronti della mucosa gastrica.
Ciò che forse è meno conosciuto è la sua attività emmenagoga, in grado di regolare il ciclo mestruale. Inoltre, l’infuso di alloro è utilizzato anche per favorire il sonno, essendo un blando sonnifero.
Foglie e bacche vengono utilizzate nella preparazione di tisane, infusi, decotti, oli e unguenti. Anche l’estratto secco delle foglie mantiene i più importanti principi attivi della pianta.
Utilizzi
Come abbiamo detto poco fa, le diverse parti dell’alloro possono essere utilizzare per ricavare vari rimedi naturali. Ecco, in genere, per quali patologie vengono adoperati:
- infuso: viene creato a partire dalle foglie secche di alloro che, sminuzzate e lasciate riposare 10 minuti in acqua bollente, diventano un ottima bevanda utile per contrastare raffreddori e sindromi influenzali. L’infuso, prima di essere bevuto, va naturalmente filtrato. Se assunto di sera aiuta a conciliare il sonno, se assunto dopo i pasti, facilita la digestione;
- decotto: le foglie in questo caso vanno bollite per 5 minuti. Una volta spento il fuoco, il decotto deve essere coperto e lasciato a riposo per 10 minuti. Questo rimedio è utile contro l’affaticamento. Il decotto, così come l’infuso, può essere addolcito con miele o stevia;
- decotto oleoso: in questo caso vengono utilizzate le bacche. Lasciandole bollire a lungo in acqua non molto abbondante, producono un decotto dalla consistenza oleosa che, applicato esternamente sotto forma di impacchi, ha proprietà emostatiche e astringenti;
- polvere: le bacche essiccate, invece, possono essere pestate e ridotte in polvere. Un cucchiaino al giorno è utile contro il raffreddore;
- oleolito: si ottiene pestando una grossa manciata di bacche e facendo macerare la poltiglia in olio extravergine di oliva per 3- settimane. Passato questo tempo, si spremono i frutti della nostra pianta di alloro e si filtra il tutto. L’olio di alloro è ottimo per lenire i dolori causati dai reumatismi, ma anche per favorire la ripresa delle articolazioni dopo traumi e ingessature;
- olio essenziale: 2 gocce di olio essenziale di alloro estratto dalle foglie e aggiunto a miele è utile contro le coliche e l’intestino irritabile.
Solitamente, i rischi derivanti dal consumo di alloro si presentano soprattutto di fronte all’assunzione di dosi veramente elevate della pianta. Nell’uomo si possono presentare alcune forme di avvelenamento derivate dal fatto l’alloro è difficilmente digeribile dall’organismo: per cui le cui foglie, depositate nel tratto gastrointestinale, possono provocare ulcere e blocchi allo stomaco. Chi rischia maggiormente sono comunque i nostri animali domestici per cui, in alcuni casi, l’ingestione di alloro può rivelarsi letale.
(Foto in evidenza: Franz Eugen Köhler; foto interna: IES-MGB)