Le parti meno attraenti degli agrumi piu’ popolari al mondo potrebbero diventare materiale utile per la produzione di farmaci e cosmetici e per fornire energia e riscaldamento alle nostre abitazioni.
E’ il futuro delle bucce d’arancia secondo una ricerca presentata alla sedicesima Green Chemistry & Engineering Conference e promossa della Universita’ di New York, Cordoba e San Paolo di Brasile. Il progetto denominato “Orange Peel Exploitation Company” (OPEC) ha permesso di sviluppare una tecnica di estrazione ed utilizzo delle circa 15,6 milioni di tonnellate di scorze di arance e di altri agrumi scartate ogni anno nel mondo. Destinazioni d’uso come la realizzazione di biosolventi e profumi e sistemi di purificazione dell’acqua. I ricercatori sperano di concludere un prototipo della tecnologia che mescola la bioraffineria alla chimica “green” al piu’ presto.
Il sistema ha un’ambizione che supera il mero riutilizzo delle scorze gettate: la creazione di prodotti cosmetici e domestici che siano realizzati con metodi naturali che sostituiscano i processi di fabbricazione tradizionali, spesso petrolchimici. Tra i segreti della tecnica, l’esposizione delle scorze a microonde ad alta intensita’ e basse temperature che trasforma molti componenti dell’arancia in un liquido che puo’ successivamente essere raccolto per diversi scopi produttivi: la creazione di additivi alimentari, agenti addensanti o biocombustibili solidi.
Agnese Tondelli
Tratto da “agi”
Io faccio buonissimi canditi con le scorze fresche ed inoltre si aromatizzano molti dolci tradizionali sardi con le bucce grattate invece con quelle secche profumo la casa bruciandole.