L’endometriosi è un disturbo sempre più diffuso, che colpisce fino al 10% delle donne in età riproduttiva. Si tratta di una condizione non cancerosa che si verifica quando il tessuto che riveste l’interno dell’utero cresce al di fuori dell’organo, annettendosi ad altre strutture o organi, causando dolore pelvico cronico, dolore mestruale e infertilità. Secondo una recente ricerca, l’endometriosi potrebbe essere causata da due pesticidi specifici.
Abbiamo più volte detto come i pesticidi possano portare a devastare non solo l’ambiente e gli animali che ne fanno parte, come le api, ma anche la nostra salute.
Un’ulteriore conferma arriverebbe da una ricerca, pubblicata su Environmental Health Perspectives, rivista del National Institute of Environmental Health Sciences, che attribuirebbe all’uso di due pesticidi la causa dell’insorgenza dell’endometriosi.
Le cause dell’endometriosi non sono ancora del tutto chiare, tuttavia è interessante leggere i risultati di questo studio che spiegano come alcuni pesticidi abbiano delle proprietà estrogeniche. E l’endometriosi è proprio considerata una malattia estrogeno-dipendente.
In particolare, sarebbero due i pesticidi organoclorurati (OCP)coinvolti: il beta-esaclorocicloesano e il mirex.
I ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center hanno cercato di studiare la relazione intercorrente tra il rischio endometriosi e l’esposizione ambientale a OCP. Secondo i risultati dello studio, le donne con maggiore esposizione a beta-esaclorocicloesano e mirex presentavano un aumento del rischio di sviluppare la patologia dal 30% al 70%.
Lo studio ha coinvolto 248 donne di età compresa tra i 18 e i 49 anni a cui era già stata diagnosticata l’endometriosi e un campione di controllo di altri 538 soggetti. Alle partecipanti allo studio, sono stati prelevati dei campioni di sangue, per rilevare la presenza di pesticidi OCP nell’organismo. I risultati delle analisi sono stati corretti per età, data di riferimento, lipidi sierici, istruzione, etnia, fumo e consumo di alcol.
Con grande sorpresa, nonostante questo genere di pesticidi sia oggetto a limitazioni d’uso, e in alcuni Paesi addirittura vietati, sono state comunque trovate tracce della loro presenza nel sangue delle donne studiate. I risultati sono stati quindi associati al rischio dell’insorgenza della malattia. Questo, secondo gli scienziati, dimostrerebbe che, anche se oggi non si utilizzano particolari pesticidi, questi continuano a rimanere con persistenza nell’ambiente, incidendo sulla salute delle donne in età riproduttiva.
La dott.ssa Kristen Upson, coautrice dello studio, spiega: “Per molte donne i sintomi dell’endometriosi, che possono essere cronici e debilitanti, colpiscono negativamente la salute e la qualità della vita, le relazioni personali e la produttività sul lavoro. Dal momento che l’endometriosi è una malattia estrogeno correlata, eravamo interessati a indagare il ruolo delle sostanze chimiche ambientali che hanno proprietà estrogeniche, come i pesticidi organoclorurati, sul rischio della malattia”.
Secondo le autrici della ricerca, lo studio sarebbe importante innanzitutto perché aiuta a comprendere la ragione per la quale l’endometriosi è una malattia che colpisce determinate donne e non altre e, in secondo luogo, perché ci spiega come “le sostanze chimiche ambientali persistenti, anche quelle utilizzate in passato, possono influenzare la salute della attuale generazione di donne in età riproduttiva, con riguardo a una malattia ormone-correlata”.
Secondo questa ricerca, quindi, è plausibile ritenere che i pesticidi OCP potrebbero aumentare il rischio di una malattia estremamente fastidiosa per le donne, dalla quale dipende la qualità della vita. La speranza delle autrici è che la ricerca possa incidere sulle attuali politiche globali nella speranza che si elimini o quantomeno riduca l’uso di suddetti pesticidi.
(Foto: Gary Cycles)