Obsolescenza programmata. Cosa vi fa venire in mente l’accostamento di questi due termini?
Nella nostra mente, quando sentiamo pronunciare queste parole, emergono una serie di pratiche, perpetrate da anni ai danni dei consumatori, che muovono l’economia attuale.
Andiamo a ritroso con gli anni e arriviamo al 1924, al cartello Phoebus. Il 23 dicembre 1924, a Ginevra, venne istituito “Phoebus”, il primo cartello mondiale basato sul controllo della produzione e della vendita delle lampadine ad incandescenza.
L’accordo, che coinvolgeva le più importanti case produttrici, prevedeva, tra le altre cose, di diminuire il tempo di vita delle lampadine: da oltre 2.500 ore, a sole 1.000. Così, i progettisti dovettero mettersi all’opera per creare dei prodotti meno efficienti. In quell’anno nacque il concetto di obsolescenza pianificata degli oggetti d’uso comune.
Con il passare del tempo, l’obsolescenza programmata è diventata uno dei cardini del modello economico dominante. Pensiamo agli elettrodomestici che si rompono giusto un paio di giorni dopo la scadenza della garanzia. Molte volte ci siamo chiesti se fosse un fatto fortuito o calcolato. Ora possiamo avere una risposta.
Ma cosa possiamo fare per frenare questo fenomeno?
A questa domanda hanno cercato di dare una risposta l’on. Luigi Lacquaniti di Sinistra Ecologia Libertà e Simone Zuin, ideatore del sito “Decrescita Felice Social Network” che presenteranno oggi, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, la prima proposta di Legge italiana che mira in modo organico e strutturato a contrastare il fenomeno dell’obsolescenza programmata.
Scopo della legge è “quello di combattere l’obsolescenza programmata dei beni di consumo per: tutelare il consumatore da una pratica particolarmente odiosa qual è l’obsolescenza programmata; permettere una reale e leale concorrenza di mercato; attivare conseguentemente la creazione di posti di lavoro legati alle pratiche di manutenzione e riparazione dei beni di consumo”.
Secondo gli ideatori della proposta di legge, infatti, i costi legati alla pratica dell’obsolescenza programmata sono stimati in parecchi miliardi di euro nell’arco di un anno, soldi che potrebbero essere reinvestiti in attività di manutenzione e riparazione, andando a rinforzare il settore dell’artigianato e aiutando la rinascita di queste figure professionali.
La proposta di legge riguarda al momento solo beni di consumo che funzionano attraverso l’energia. Cosa che a molti potrebbe sembrare un limite ma che in effetti racchiude una buona fetta di mercato.
Secondo un recente studio, citato nel testo della proposta di Legge e commissionato dal gruppo parlamentare tedesco Verdi-Bűndnis, “molti elettrodomestici e numerosi oggetti di uso quotidiano sarebbero programmati per rompersi velocemente dopo lo scadere del periodo di garanzia, che in Germania è fissato a due anni”.
Nello studio, sono stati analizzati oltre 20 prodotti di uso comune come, ad esempio, stampanti che dopo un determinato numero di stampe si bloccano, lavatrici con barre di riscaldamento che si arrugginiscono facilmente, spazzolini da denti a batteria nei quali non è possibile cambiare la batteria!
Per contrastare questo fenomeno, nella proposta di legge sono presenti alcuni interventi mirati, come la proroga della garanzia da 2 a 5 anni, portata a 10 per i beni che dovrebbero avere una lunga aspettativa di vita (come gli elettrodomestici), o l’obbligo di fornitura per garantire la possibilità di manutenzione degli oggetti.
Tra le altre cose, viene chiesta inoltre l’introduzione di una serie di sanzioni “da 1.000 a 500.000 euro a seconda delle inosservanze alla legge riscontrate. Le sanzioni dovranno essere determinate tenendo in considerazione il prezzo di listino del bene, il numero di unità poste in vendita nonché il complessivo volume d’affari del produttore”.
Una proposta complessa, ma importante per quanto riguarda la tutela dei diritti dei consumatori e i positivi risvolti ambientali che comporterebbe, riducendo le risorse impiegate nei processi produttivi. La conseguente diminuzione dei livelli occupazionali andrebbe poi compensata, spostando la forza lavoro su altri settori, tra cui la manutenzione.
Il fulcro della proposta di legge è innanzitutto un cambiamento etico, che riguarderebbe le abitudini e i valori del cittadino moderno e il suo modo di concepire i beni di consumo.
Il testo completo della proposta di legge è scaricabile a questo link: http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/stampati/pdf/17PDL0010970.pdf
(Foto: Ramunas Geciauskas)