I territori dell’immenso Delta del Niger rappresentano uno dei maggiori danni umani e ambientali compiuto da multinazionali. Il governo federale della Nigeria e sei aziende petrolifere (Chevron Oil Nigeria Plc, Shell Petroleum Development Company Spdc, Elf Petroleum Nigeria Ltd, Exxon Mobil Corporation, Agip Nigeria Plc e Total in Nigeria Plc) si sono macchiate di violazione dei diritti umani e di inquinamento da idrocarburi nella regione del Delta del Niger.
Pensiamo che l’anglo-olandese Royal Dutch Shell ha iniziato a trivellare nel 1958, quando la Nigeria era ancora una
colonia britannica alla faticosa ricerca della sua indipendenza (poi raggiunta nel 1960). L’attività di estrazione del greggio ha provocato l’inquinamento del bacino idrico e dei terreni, distruggendo le coltivazioni e determinando l’esproprio dei terreni delle popolazioni locali.
La diffusione di malattie come il cancro anche mediante la pratica del gas flaring ha contribuito a destabilizzare politicamente la zona creando attriti tra coloro che vedono nelle multinazionali un’opportunità per lo sviluppo e coloro che sostengono la necessità di arginare un debito ecologico crescente ma alle proteste delle popolazioni locali fino a poco tempo fa sono seguite soltanto forti repressioni da parte della polizia. Come spesso accade l’interesse economico del Paese è stato anteposto alla salute della cittadinanza e alla tutela dell’ambiente. Numerose sono state finora le accuse e le cause lanciate verso le varie compagnie petrolifere, qualcosa sembra che si stiamo muovendo un pò alla volta nella direzione giusta ma ormai il danno è fatto.
Le immagini parlano da sole…