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Scopriamo insieme la santoreggia, pianta aromatica che esalta il sapore dei cibi ma si rivela anche un potente afrodisiaco.
Sono più di 2000 anni che quest’erba aromatica viene utilizzata in cucina, soprattutto coi legumi. Il suo uso risale fino alla cucina dei Sassoni, che ben conoscevano la santoreggia anche come ottimo afrodisiaco naturale.
Ce lo rivela il suo stesso nome, che deriva dal latino Satureja, derivato della parola satiro, figura mitologica metà uomo e metà capra, famosa per il suo insaziabile appetito sessuale.
Ma non solo. La tradizione racconta che i satiri vivessero proprio in campi pieni di santoreggia, che riversava su di loro tutto il suo potere afrodisiaco.
Una convinzione tramandata nei secoli, tanto che quest’erba aromatica venne poi usata come base per le pozioni d’amore.
L’aspetto della santoreggia
La santoreggia è facile da riconoscere. Ha l’aspetto di un piccolo arbusto di circa 15-30 cm con molti rami. Le foglie hanno la forma di una lancia e i suoi fiori sono di colore rosso o bianco.
Fiorisce tra maggio e giugno e si raccoglie a partire dal secondo anno. I ramoscelli, se dopo essere stati raccolti, vengono tenuti in un luogo fresco e buio, mantengono a lungo il loro profumo.
La santoreggia, non solo un afrodisiaco
La santoreggia contiene oli volatili come carvacrolo, cymol, x1-pinene, 1-borneolo, linalolo e tannino. Questi sono molto utili in caso di afflizioni renali, polmonari e intestinali.
L’infuso a base di quest’erba aromatica è utilizzato per il trattamento di contrazioni uterine, coliche, mal di testa, tosse, disturbi gastrici e ritenzione urinaria.
Unita alla camomilla, può essere usata contro l’influenza. Se avete la tosse, invece, unite all’infuso anche del ribes nero.
In caso di problemi respiratori infine, provate a fare un bagno caldo, dopo aver messo in acqua della santoreggia, unita a tiglio, lavanda, sambuco, melissa, maggiorana e radice di calamo dolce.
L’olio essenziale di Santoreggia montana è un eccellente antinfettivo, specifico soprattutto per infezioni intestinali, genitourinarie e infezioni a ripetizione, quali angina, tubercolosi, parassitosi, coliti infettive, diarrea, micosi orale e infezioni cutanee.
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La santoreggia nella cosmesi
Nella cosmesi la santoreggia è utilizzata per trattare le pelli impure. Si prepara un impacco di foglie di santoreggia sminuzzate e lo si applica sul viso. Questo perché questa mistura esercita un’azione astringente, utile soprattutto per combattere i pori dilatati.
Inoltre, il bagno di santoreggia viene consigliato anche per togliere la stanchezza, tonificare e purificare la pelle, profumare il corpo ed eliminare il gonfiore alle caviglie.
Applicato sui capelli, l’infuso a base di santoreggia ha il potere di fortificare il bulbo pilifero e prevenire l’insorgenza dei pidocchi.