Quelli che chiamiamo “rifiuti” biologici sono molto spesso delle risorse naturali ed ecologiche che ancora non abbiamo imparato a conoscere e utilizzare: è il caso della Posidonia Oceanica spiaggiata, che alimenterà un impianto di compostaggio siciliano, il primo del suo genere in Italia.
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La Posidonia è una pianta acquatica che vediamo spesso spiaggiata sui nostri litoranei, e che alcuni giudicano antiestetica o addirittura sgradevole.
L’impianto nasce nell’ambito del progetto “Medcot” (Métodhologies durable pour la rehabilitation et la valorisation du littoral côtier), iniziativa di cooperazione tra Italia e Tunisia, volta alla protezione e allo sviluppo sostenibile delle coste dei due Paesi.
Dal momento che spesso la presenza di Posidonia spiaggiata rappresenta un ostacolo alla fruizione delle aree balneari, si è cercato di accomunare le esigenze estetiche delle spiagge con il rispetto dell’ambiente.
Da qui nasce l’idea dell’impianto di compostaggio: la pianta sarà pulita, triturata e preparata affinché diventi un compost di alta qualità, prodotto in tempi brevi.
Il concimante ottenuto sarà utilizzato direttamente in agricoltura o messo in commercio in favore di aziende agricole e biologiche, mentre il ricavato sarà riutilizzato per finanziare i lavori di rimozione e lavorazione della stessa Posidonia. Allo stesso tempo, il progetto prevede anche la trasformazione della pianta in energia.
Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente, in occasione della presentazione di Medcot, ha spiegato come “questa iniziativa è l’esempio di come si possa puntare sull’ambiente per aiutare la crescita e lo sviluppo dei territori, coniugando l’ambiente con lo sviluppo, in questo caso del turismo.Il progetto mira principalmente alla salvaguardia dell’ambiente, ma c’è anche un connubio tra ambiente, agricoltura, energia, rilancio del turismo e innovazione tecnologica”.
Sul versante tunisino, invece, il protocollo d’intesa prevede che il comune di Mammam-Lif, provveda alla rimozione delle cause ambientali che producono lo spiaggiamento della stessa Posidonia.
Questa pianta costituisce infatti un importante elemento di preservazione della flora e della fauna marittima del nostro Mediterraneo, ma negli ultimi anni sta regredendo a causa dell’inquinamento e dell’aumento delle attività umane lungo le coste.
Oltre a essere un elemento importante per la biologia marina, la Posidonia si è rilevata essere duttile per le più svariate applicazioni, aiutando l’uomo a preservare l’ambiente e gli ecosistemi. Abbiamo visto, ad esempio, come questa pianta sia stata impiegata in Italia nella bioedilizia, come ottimo isolante atossico per le abitazioni. Allo stesso tempo, le ceneri di Posidonia hanno costituito la base della creazione di un cemento bio in Spagna; la pianta, infine, è stata anche riutilizzata come bio-assorbente di metalli pesanti dai liquidi.
(Foto: Alberto Romeo)
Ottima idea!!
Da anni il Comitato Cittadino “il Mare di Sferracavallo” si batte affinché si prenda in considerazione la possibilità di riciclare le foglie di Posidonia che si spiaggiano nelle aree d’alaggio cementificate della borgata marinara palermitana; e cioè dove non svolge più l’azione antierosiva e/o nutritiva, creando disagio agli abitanti delle abitazioni poste a pochi metri dagli accumuli.
Resta inteso che questi depositi sono di fondamentale importanza, quando si spiaggiano sulla scogliera o sulla battigia sabbiosa; e l’elevata produzione di tale pianta certifica la buona salute del nostro mare.
Inoltre è da considerare, qualora si realizzasse questo progetto, la notevole riduzione dei costi di smaltimento che implicano il trasporto e lo stoccaggio in discarica.
Il nostro augurio è che questa iniziativa si possa realizzare in tutta la Sicilia e quindi, nella nostra Sferracavallo.