Chi di voi ha mai assaggiato il wasabi, la tipica salsa giapponese dal sapore piccante? Secondo un recente studio, un composto creato utilizzando il wasabi potrebbe aiutare a combattere il cancro al pancreas. Vediamo perché.
La Wasabia japonica, conosciuta anche come wasabi, è una pianta di origine giapponese appartenente alla famiglia delle Brassicacee. Dal rizoma di questa pianta si ottiene una pasta verde dal sapore particolarmente piccante, usata nella cucina tipica giapponese.
La salsa, spesso adoperata in accompagnamento a pesce crudo, sushi, tempura e sashimi, vanta proprietà antisettiche e sembra sia ricchissima di vitamina C, un potente antiossidante naturale.
Questa salsa è conosciuta anche con il nome di “namida”, lacrima, perché, se assunta in quantità abbondanti, può indurre alla lacrimazione.
Un team di ricercatori di Taiwan ha condotto uno studio, intitolato “Effect of Wasabi Component 6-(Methylsulfinyl)hexyl Isothiocyanate and Derivatives on Human Pancreatic Cancer Cells”, per capire gli effetti del wasabi nelle terapie convenzionali usate per curare il cancro al pancreas.
Per condurre le indagini necessarie, il team di ricercatori ha isolato un composto naturale del wasabi, chiamato 6-(methylsulfinyl)hexyl isothiocyanate (6-MITC), e due dei suoi derivati sintetici, I7447 e I7557. Al composto isolato sono state assegnate proprietà antinfiammatorie e chemiopreventive.
Contemporaneamente, sono state usate due linee di cellule pancreatiche conosciute come PANC-1 e BxPC-3. Gli effetti dei composti derivati dal wasabi sulle cellule pancreatiche sono stati poi misurati in questo modo:
- numero di cellule vitali presenti;
- osservazione morfologica delle cellule (ad esempio i cambiamenti di forma);
- istogramma DNA per ciclo cellulare;
- aldeide deidrogenasi (ALDH). L’attività è stata utilizzata come marcatore per le cellule staminali tumorali (CSC).
Il tumore al pancreas è un tumore maligno molto pericoloso, soprattutto a causa della difficoltà nel fare una diagnosi precoce. Nella maggior parte dei casi, la prognosi è infausta e la speranza di sopravvivenza è bassa, anche dopo trattamenti aggressivi.
È stato dimostrato che le cellule staminali tumorali (CSC) sono fattori determinanti per la resistenza al trattamento con le cure convenzionali e sono presenti in metastasi di molti tipi di tumori maligni, compreso il cancro pancreatico.
Mentre la chemioterapia , la radioterapia e la chirurgia spesso rimuovono apparentemente un tumore, la popolazione di cellule staminali del cancro può continuare a persistere e, nel caso della chemioterapia e di trattamenti con radiazioni, può effettivamente aumentare di numero . Questo spiega perché molti tumori ritornano con caratteristiche più aggressive, dopo essere stati apparentemente debellati.
Il nuovo studio ha trovato che i due composti del wasabi analizzati erano in grado di ridurre la popolazione CSC e l’espressione di una molecola di segnalazione chiave nota come SOX2, che è un fattore di trascrizione essenziale per l’auto-rinnovamento e la capacità delle cellule di differenziarsi in altri tipi di cellule.
Il composto naturale bioattivo 6-MITC estratto dal wasabi e i suoi derivati chimici hanno dimostrato di avere un effetto molto importante contro le cellule tumorali pancreatiche umane. Inoltre, la popolazione CSC e l’espressione di SOX2 sono risultate ridotte dal trattamento con questi composti.
Il wasabi è un prodotto comunemente usato in piccole quantità. Visto il sapore forte, l’uso del wasabi come condimento alimentare può non essere adatto per il trattamento o la prevenzione del cancro. Invece, il composto puro 6-MITC e i suoi derivati, che sono piccanti, potrebbero essere più adatti per lo sviluppo di agenti bioattivi contro il cancro, soprattutto per debellare le cellule CSC che risultano essere resistenti alle terapie convenzionali.
(Foto in evidenza: Stevendepolo; foto interna: Sabigirl)