Diversi studi hanno ormai accertato quanto l’assimilazione di metalli pesanti da parte del nostro corpo sia pericolosa. Abbiamo visto, ad esempio, come l’inquinamento ambientale, dei cibi e dell’acqua abbia aumentato il proliferare di malattie cronico-degenerative come cancri, immunodeficienze, autismo e Alzheimer.
In particolare, abbiamo trattato da vicino i danni prodotti nel nostro corpo dall’assimilazione dell’alluminio. L’alluminio, ricordiamo, è un elemento chimico molto diffuso sulla terra. Non si trova libero in natura, ma sotto forma di composti.
Per le sue caratteristiche, nel corso degli anni, è stato ampiamente utilizzato nell’industria per la creazione di stoviglie, rotoli, vaschette, ma anche farmaci, deodoranti e dentifrici. È presente, in diverse concentrazioni, persino nell’acqua che beviamo.
Un’esposizione prolungata a questo elemento può portare a disturbi mentali quali Alzheimer (in questo caso specifico gli studiosi appaiono divisi), Parkinson, SLA, sclerosi multipla e demenza.
A tal proposito, può tornarci utile uno studio pubblicato nel 2009 dalla rivista America Journal of Epidemiology.
In 15 anni di ricerca, gli studiosi hanno indagato le reazioni derivanti dal consumo regolare di acqua del rubinetto sull’organismo di uomini e donne francesi. I quasi 2mila pazienti analizzati sono stati selezionati da 91 comuni differenti, approvvigionati da differenti fonti di acqua a concentrazioni di alluminio variabili.
Durante un periodo che va dal 1988 al 2003, le persone selezionate sono state tenute sotto osservazione, per valutare non solo l’impatto sull’organismo dato dall’alluminio, ma anche quello del silicio.
Nessuno dei soggetti campione all’inizio dello studio presentava segni di demenza.
I ricercatori hanno escluso i fattori di assimilazione di alluminio nell’ambiente, concentrandosi esclusivamente su quello assunto attraverso l’acqua.
I risultati dello studio hanno portato a una corrispondenza tra l’assimilazione di 0,1 mg di alluminio nell’acqua al giorno e il progressivo declino delle capacità cognitive.
Nel corso degli anni, l’accumulo di alluminio nell’organismo ha portato a effetti negativi, vedendo l’insorgere della demenza in un gruppo di studio che prima era completamente sano mentalmente.
Grazie all’aiuto dei partecipanti, i ricercatori sono però riusciti a valutare anche l’impatto che l’assunzione di silicio poteva avere sul loro organismo e sulla capacità di ridurre il rischio di demenza indotto dall’alluminio.
Ciò che hanno scoperto ha del sorprendente: quando i partecipanti hanno aumentato la loro assunzione di silicio a 10 mg al giorno, l’incidenza della malattia si è placata. Il cambiamento è stato drastico.
I risultati della ricerca sembra siano stati confermati anche durante una conferenza tenutasi nel 2011 in Giamaica. Secondo uno dei relatori, il dottor Exley, gli effetti tossici dell’alluminio nel corpo possono essere ridotti bevendo acque minerali ad alta concentrazione di silicio. Almeno un litro di acqua ricca di silicio al giorno per ridurre il carico di alluminio nel corpo. È questo il suggerimento di Exley.
Per fortuna, l’acqua minerale non è l’unico elemento naturale che presenta una buona concentrazione di silicio.
Sembra, infatti, che ci siano numerosi alimenti che lo contengono in quantità variabili. Quelli che fanno registrare maggiori concentrazioni sono:
- Avena
- Miglio
- Orzo
- Patate
- Grano
- Topinambur
- Barbabietole rosse
- Mais
- Asparagi
- Segale.
Sembra inoltre che una delle fonti maggiori di silicio sia l’equiseto. L’equiseto è una pianta importante per il nostro organismo: è un diuretico, ha un’azione diretta sul rene, stimola l’eliminazione dei liquidi in eccesso, stimola l’attività delle cellule e il metabolismo. Si tratta di una delle migliori erbe per perdere peso e depurare l’organismo.
Il contenuto di silice nell’equiseto è impareggiabile. Inoltre questa pianta è un ottimo rimedio per avere capelli, unghie e pelle sani!
(Foto: Jack Mallon)