Il fluoro è una sostanza molto presente sul mercato, non solo nei dentifrici e spesso evitarne l’esposizione diventa difficile.
Abbiamo già visto in un precedente articolo i pericoli collegati a un eccesso della sua presenza nell’organismo, come il rischio di aumentare le percentuali di cancro, gli squilibri ormonali e la sua azione distruttiva nei confronti di alcuni enzimi.
Sulla neurotossicità del fluoruro si è parlato per decenni, durante i quali si sono susseguite diverse teorie, come quella che sia stato adoperato nei campi di concentramento nazisti per lobotomizzare chimicamente i prigionieri. In questi ultimi anni, alcuni studi sembrano aver accertato la presenza di rischi correlati al suo utilizzo. Non ultimo, lo studio condotto in Cina, ad opera di alcuni ricercatori del Department of Pathology della Nanjing University School of Medicine, che avrebbe accertato lo sviluppo di un quoziente intellettivo più basso, nei bambini che abitavano in zone maggiormente esposte a fonti di fluoruro, presente ad esempio nell’acqua.
Ora, un altro studio intitolato, “Curcumin attenuates neurotoxicity induced by fluoride: An in vivo evidence”, e pubblicato sulla rivista Pharmacognosy aggiunge un supporto sperimentale al sospetto che il fluoro sia davvero una sostanza che danneggia il cervello. Non solo, esisterebbe anche una spezia che può fungere da agente protettivo naturale, utile a contrastare gli effetti che questo composto può avere sulla salute.
Lo studio è stato condotto da un gruppo ricercatori, appartenenti all’University College of Science, ML Sukhadia in India, che ha trascorso gli ultimi dieci anni a studiare i meccanismi attraverso i quali il fluoro induce gravi alterazioni neurodegenerative del cervello dei mammiferi, in particolare nelle cellule dell’ippocampo e della corteccia cerebrale.
La ricerca comincia con una piccola premessa che descrive il contesto storico all’interno del quale si inserisce una crescente preoccupazione per la tossicità significativa e ad ampio raggio del fluoruro:
“Il Fluoro (F) è probabilmente il primo ione inorganico che ha attirato l’attenzione del mondo scientifico per i suoi effetti tossici e ora la sua tossicità ricondotta all’acqua potabile è ben riconosciuta come un problema globale. I rapporti sugli effetti sulla salute derivanti dall’esposizione al Fluoro comprendono anche vari tipi di cancro, eventi riproduttivi avversi, problemi cardiovascolari e malattie neurologiche”.
Il team di ricerca si è concentrato sul neurotossicità da fluoruro indotta, individuando l’eccitotossicità e lo stress ossidativo come i due principali fattori di neurodegenerazione. È stato osservato che i soggetti che soffrivano di una condizione nota come fluorosi, una screziatura dello smalto causata da un’eccessiva esposizione al fluoro durante lo sviluppo dei denti, presentavano anche cambiamenti neurodegenerativi associati a una forma di stress ossidativo nota come perossidazione lipidica (irrancidimento). Un eccesso della perossidazione lipidica può portare a una diminuzione del contenuto totale di fosfolipidi nel cervello. Grazie a questi meccanismi ben noti di neurotossicità del fluoruro e della neurodegenerazione associata, i ricercatori hanno identificato il polifenolo primario presente nella curcuma – conosciuto anche come curcumina – come un’ottima sostanza neuro protettiva, capace di limitare il fenomeno.
Precedenti ricerche sulla curcumina hanno evidenziato le sue ottime proprietà antiossidanti, capaci di proteggere contro gli stress ossidativi e i radicali liberi. Inoltre, la curcumina sembra aumentare la produzione endogena di glutatione nel cervello, un’importante sistema antiossidante di difesa.
(Foto in evidenza: crissorama; foto interna: Nick Harris 1)