GREEWASHING


Greenwashing è un termine inglese relativamente nuovo, che unisce il concetto di “green” (verde inteso in senso ecologico) e di “whitewashing” (dissimulare, nascondere, riabilitare) per indicare la tendenza da parte di aziende e qualsiasi tipo di società o organizzazione a pubblicizzare i propri presunti comportamenti ecosostenibili ed attenti all’ambiente per risultare, agli occhi dei consumatori, attenti allo sviluppo sostenibile.

In realtà spesso le aziende che attuano politiche di greenwashing hanno il bisogno di nascondere, dissimulare per l’appunto, scelte fortemente incompatibili con la sostenibilità ambientale o addirittura comportamenti che mettono a repentaglio la salute del pianeta.

Il Greenwashing è quindi a tutti gli effetti una pubblicità, un’immagine ingannevole che l’azienda in questione mostra ai propri consumatori.

Vi avevamo parlato poco tempo fa del Greenwashing e di alcuni dei casi più eclatanti di questo fenomeno riprovevole, ma ciò che vogliamo sottolineare è che il problema del greenwashing è grave non solo per il fatto in sé, ma anche perché provoca negli utenti una sfiducia verso qualsiasi comportamento sostenibile, che viene ritenuto sospettoso.

Un comportamento di cui indignarsi ed assolutamente da denunciare quindi, ma come? Sui casi di greenwashing ci viene in aiuto l’esperienza di Fred Pearce sul Guardian che ha da sempre denunciato proprio questo ambientalismo di facciata, ma soprattutto il sito web Greenwashing Index, una sorta di wikipedia del “lavaggio verde”, in cui chiunque può segnalare casi di greenwashing, ma anche votare aziende realmente rispettose dell’aziende, per districarsi tra eco-furbi e veri green lovers.

 

 

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