Si celebra ogni 21 novembre la Giornata Nazionale degli Alberi, istituita dal Ministero dell’Ambiente con legge 10 del 14 gennaio 2013 intitolata “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”.
L’obiettivo di questa Giornata, attraverso la valorizzazione e la tutela dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo, è quello di:
- promuovere politiche di riduzione delle emissioni
- prevenire il dissesto idrogeologico
- proteggere il suolo
- migliorare la qualità dell’aria
- valorizzare le tradizioni legate all’albero nella cultura italiana
- rendere più vivibili gli spazi urbani.
Indice dei contenuti
Gli alberi nella storia dell’umanità
Gli alberi rappresentano un valore inestimabile per l’umanità e hanno fatto compagnia all’uomo sin dall’alba dei tempi.
Ogni albero ha sviluppato una sua precisa simbologia, passando dalla saggezza della quercia alla serietà del cipresso, sino all’ulivo, simbolo di pace e all’abete, legato alle tradizioni natalizie.
E’ sotto un albero di melo che Eva raccoglie il frutto proibito, è sotto un platano che Socrate e Fedro discutono nel celebre dialogo platonico.
Già nell’antica Grecia si festeggiava la piantagione degli alberi ed in epoca romana grande importanza veniva attribuita alla Festa Lucaria, il 19 luglio,
I Fenici fondarono la propria potenza marittima e commerciale grazie a robuste navi costruite con legno di cedro, albero simbolo di sacralità, fermezza, eternità.
Non è un caso, forse, che il Tempio di Gerusalemme di re Salomone sia stato edificato proprio con questo legno, attingendo alla Grande Foresta dei Cedri di Dio, oggi Patrimonio Unesco.
E che dire del ciliegio giapponese? Dall’altra parte del mondo, i fiori rosati di quest’albero sono da sempre il simbolo di fragilità e morte, ma anche di rinascita nel meraviglioso ciclo infinito della vita.
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Le origini fasciste di questa ricorrenza
La festa fu istituita durante il fascismo da Arnaldo Mussolini, fratello del duce e studioso agrario, con una grande sensibilità ecologica. Arnaldo aveva dedicato la vita alla rinascita boschiva, all’organizzazione dell’agricoltura, alle bonifiche e al culto degli alberi, appunto.
Fu apprezzatissimo pioniere mondiale di moltissime scoperte e battaglie ecologiste, ma oggi dimenticato perchè condannato dagli eventi storici. Nominato presidente del Comitato Nazionale Forestale, nel giornale “Il Bosco” Arnaldo scriveva che “in Italia si deve generalizzare un nuovo convincimento, che io vorrei definire il culto dell’albero”, ponendo il “problema di educazione civile e di rispetto verso gli alberi”.
Chi mette a rischio la vita degli alberi secondo i dati PEFC
In occasione della Giornata Nazionale degli Alberi, PEFC Italia (Programme for Endorsement of Forest Certification Schemes), ente normatore delle certificazioni di gestione del patrimonio forestale italiano, mette in luce i fattori che mettono a rischio la vita del patrimonio forestale.
Tra questi:
- gli incendi, che stanno radendo al suolo i polmoni verdi del pianeta
- i cambiamenti climatici, in cui il ruolo dell’uomo è decisivo. Essi hanno reso la stagionalità imprevedibile e i fenomeni atmosferici più rari, improvvisi e drastici
- la deforestazione e l’abbandono
- il traffico illegale di legno, che assicura al crimine organizzato un giro d’affari secondo solo al commercio di droga e superiore anche al traffico di rifiuti e di fauna selvatica.
I miti da sfatare su alberi e i boschi
Il Forest Stewardship Council (FSC) è un’organizzazione non governativa e no-profit che include tra i suoi 900 membri internazionali gruppi ambientalisti (WWF e Legambiente) e sociali, comunità indigene, proprietari forestali, industrie che lavorano e commerciano il legno che operano insieme allo scopo di promuovere in tutto il mondo una gestione responsabile delle foreste.
In occasione della Giornata Nazionale degli Alberi, ci cerca di dare risposta ad alcuni falsi convincimenti che serpreggiano tra l’opinione pubblica:
1 – ” I boschi italiani stanno scomparendo ” – Falso: i boschi italiani sono in continua espansione. Dalla fine della prima guerra mondiale ad oggi, la superficie forestale italiana è triplicata.
2 – ” Bosco significa solo legname ” – Falso: il legname è solo uno dei tanti servizi e prodotti forniti dai boschi. Alberi e piante ci offrono infatti protezione del suolo dall’erosione e dal dissesto idrogeologico, regolazione del ciclo dell’acqua, protezione della biodiversità e infine spazi per attività sportive, educative, terapeutiche e ricreative.
3 -” I boschi italiani sono tutti naturali” – Falso: i boschi italiani sono il risultato dell’azione dell’uomo. L’88% di queste aree è al giorno d’oggi antropizzata e di origine semi-naturale.
4 – ” I boschi non vanno toccati “- Falso: una corretta gestione dei boschi permette di valorizzarne i prodotti e servizi senza comprometterne le funzionalità. Chiaro che i boschi non hanno bisogno dell’uomo, ma siamo noi ad avere bisogno di loro.
5 – ” Chi pianta è buono, chi taglia è cattivo ” – Falso: tagliare un albero non è di per sé un crimine, se fatto secondo piani di gestione responsabile. Quando il taglio viene effettuato da operatori specializzati e secondo una
pianificazione ben precisa, stiamo parlando di selvicoltura naturalistica, con un taglio selettivo e non invasivo per la salute del bosco.
6 – ” Più legno e carta vuol dire meno boschi ” – Falso: il legno è il materiale di origine biologica, rinnovabile e riciclabile, più importante. Possiamo quindi usarlo in maniera sostenibile, ad esempio tagliando le piante seguendo i ritmi naturali di rigenerazione del bosco.
7 – ” I boschi italiani sono di tutti ” Falso: il 63% dei boschi italiani risulta di proprietà privata, individuale o familiare. Il restante 34% dei boschi è invece di proprietà pubblica, spesso di organi territoriali come i Comuni. Solo il 3% dei boschi italiani non ha proprietario o esso risulta sconosciuto.
8 – ” Il fuoco è nemico dei boschi ” Parzialmente falso: il fuoco è in realtà un elemento che ha un preciso ruolo negli ecosistemi forestali, in particolare quelli mediterranei. Tuttavia, gli incendi di origine naturale in Italia sono molto rari, e spesso si ha a che fare con la piaga degli incendi dolosi.
9 – ” Le nostre foreste non valgono nulla ” Falso: il valore economico prodotto dalle foreste italiane è di 450 euro per ettaro all’anno, pari a 85 euro per cittadino.
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Perché gli alberi sono così preziosi
Gli alberi sono fondamentali per la vita sulla Terra e per la nostra salute e ciò è ribadito nell’ambito della Giornata Nazionale degli Alberi.
Essi, infatti:
- producono ossigeno e assorbono anidride carbonica
- favoriscono il risparmio energetico (l’abbassamento della temperatura, in quanto riducono drasticamente la riflessione del calore e la sua re-irradiazione, ombreggiando edifici e pavimentazioni
- depurano l’aria, filtrando i principali agenti inquinanti
- riducono il rumore e proteggono, con la loro folta chioma, dai venti
- contrastano l’erosione del terreno
- prevengono i dissesti idrogeologici
- aumentano la biodiversità
- abbelliscono il paesaggio
Benefici di boschi e foreste per la salute
Ma non è tutto: gli alberi sono preziosi per la salute umana.
Diversi, studi, infatti, mettono in correlazione la vicinanza degli alberi all’incidenza di malattie cardiovascolari e problemi respiratori con un rapporto inversamente proporzionale.
Gli alberi migliorano i livelli di stress, riducono l’incidenza dei tumori, l’ipertensione arteriosa, l’insonnia, rafforzano il sistema immunitario.
Da tempo la silvoterapia, per quanto possa essere considerata una discipina da hippy, afferma che stare a contatto con gli alberi fa bene al corpo e alla mente.
Basta una passeggiata in un bosco, dormire all’aperto, soggiornare immersi nella natura per sentirsi subito meglio. In Giappone, ad esempio, il bagno nella foresta (shinrin-yoku) è una pratica diffusa da decenni.
Insomma, se passeggiate in un bosco e vi sentite particolarmente bene, potrebbe non trattarsi solo di buonumore, ma l’influenza chimico-energetica degli alberi su di voi.
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Foreste nel mondo e in Italia
Il quadro complessivo ci mostra una netta differenza del trend mondiale e italiano. Mentre assistiamo alla deforestazione indiscriminata in Brasile, accelerata dall’approccio del governo Bolsonaro, e all’affermazione degli incendi indiscriminati in Indonesia per far posto a nuove piantagioni di olio di palma, in Italia assistiamo a una controtendenza.
Come abbiamo descritto sfatando il mito che i boschi in Italia sono sempre di meno, c’è una netta crescita, ma purtroppo si è ancora lontani dall’obiettivo della gestione forestale sostenibile, e il problema fondamentale è l’abbandono. In generale a livello europeo il problema è invece quello dell’inquinamento.
I boschi ricoprono ormai circa il 40% del territorio italiano (Fonte: RAF Italia), ma ne utilizziamo solo una minima parte: questo abbandono è un’occasione mancata di sviluppo che ci porta ad essere tra i principali importatori di legname in Europa, oltre ad esporci a rischi sempre maggiori a causa del dissesto idrogeologico e degli incendi.