In questa sede, abbiamo parlato diverse volte degli ftalati e dei rischi a essi collegati. Gli ftalati sono dei prodotti chimici, derivati dal petrolio, e utilizzati per migliorare la flessibilità e la modellabilità delle materie plastiche. Sono sostanze molto diffuse, anche nel mondo della cosmesi e in alcuni tipi di vernice.
Purtroppo, in questi ultimi anni, la ricerca ha confermato la pericolosità di questi composti, soprattutto per la salute dei bambini. Essendosi rivelati dei perturbatori endocrini, sono diventati soggetti a restrizioni europee: i giocattoli e gli articoli destinati all’infanzia non possono contenerne più dell’1% del peso totale del materiale plastico utilizzato.
I problemi, però, sembrano non ridursi semplicemente a questo. Negli ultimi anni, infatti, un numero crescente di studi collega queste sostanze chimiche a veri altri gravi problemi di salute.
Un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Environmental Science & Technology e realizzato dall’Università di Pechino, suggerisce che l’esposizione agli ftalati può portare a un rischio maggiore di aborto spontaneo.
I ricercatori cinesi hanno misurato i livelli di esposizione a questa sostanza in 300 donne in gravidanza, testando i livelli del composto presene all’interno delle loro urine. Di queste, 132 avevano avuto un aborto spontaneo, 172 invece godevano di buona salute.
Grazie alle analisi effettuate, gli esperti sono riusciti a evidenziare una correlazione tra la perdita del feto e livelli più alti di metaboliti degli ftalati presenti nelle urine, in particolare dietilftalato (DEP), di-isobutil ftalato (DiBP) e di-n-butil ftalato (DnBP).
La maggior frequenza di aborti avveniva tra le 5 e le 13 settimane di gravidanza.
Questa associazione, a detta degli esperti, non indica la presenza di una relazione certa di causa-effetto; gli esiti suggeriscono, però, che esistono delle interferenze da parte di queste sostanze che meritano degli approfondimenti.
Come abbiamo accennato, gli ftalati sono sostanze molto comuni che si trovano nelle plastiche, ma anche nell’abbigliamento impermeabile e in una serie di prodotti adoperati per la cura personale, come lacche per capelli, smalti per unghie, saponi e shampoo.
Le preoccupazioni attorno ai rischi derivanti dal contatto ed esposizione a questo tipo di sostanze cresce con il passare del tempo.
Quello cinese, infatti, non è l’unico studio che evidenzia un legame tra queste sostanze e problemi riproduttivi. Nel 2012, ad esempio, uno studio danese condotto su 430 coppie ha evidenziato che alte esposizioni agli ftalati intorno al periodo del concepimento possono essere associate a un rischio maggiore di aborto spontaneo.
Non solo: secondo gli esperti del National Institute of Child Health and Human Development statunitense, la presenza di bisfenolo A e ftalati nelle urine degli uomini è associata a una riduzione delle loro possibilità di concepimento.
Da giugno 2015, la Consumer Product Safety Commission degli Stati Uniti sta esaminando i dati esistenti su queste sostanze chimiche per decidere se è opportuno imporre ulteriori divieti all’utilizzo degli attuali composti. Nel frattempo, un certo numero di produttori ha già iniziato rimuovere gli ftalati dai prodotti.
(Foto: www.acs.org)