L’Amaranto, alimento basilare per l’alimentazione degli Aztechi e Incas, è una pianta originaria del centro America, dai chicchi commestibili e usualmente consumati come cereali.
Si stima che questa pianta entri a far parte dell’agricoltura già 10.000 anni fa.
I Maya lo usavano come coltivazione ad alto rendimento e ne apprezzavano il valore nutrizionale mentre il suo uso presso gli Atzechi era legato ai riti religiosi. Gli Incas, infine, lo definivano “kiwicha” (piccolo gigante) e ne apprezzavano principalmente il suo potere curativo.
Fu proprio il forte collegamento di questa specie ai riti religioso indigeni che portò i conquistatori, in particolare i missionari cristiani, a lottare contro la coltivazione dell’amaranto che fu bandita così come i riti stessi. Questo causò la scomparsa dell’amaranto nella Mesoamerica e la sua coltivazione fu conservata solo in poche altre regioni.
I conquistatori erano convinti che il ruolo nutritivo dell’amaranto potesse essere sostituito dal grano europeo ma in realtà loro ignoravano le enormi qualità nutrizionali di questo prodotto e la sua funzione fondamentale nella dieta alimentare delle comunità locali.
Per molto tempo è stato dimenticato; attorno al 1960 è stato riscoperto negli USA, e viene comunque coltivato anche in altre parti del mondo. È coltivato anche a scopo ornamentale. Si riconosce dal colore rosso cupo (chiamato proprio rosso amaranto). Non facendo parte delle Graminacee non è un cereale, come non lo sono grano saraceno, quinoa, sagù e manioca.
Ha sapore delicato, leggermente dolciastro, è ricco di proteine, fino al 16% ed ha elevato valore biologico contenendo, rispetto ai cereali, il doppio di lisina, un amminoacido essenziale.
L’Amaranto ha un elevato contenuto di calcio, fosforo, magnesio e ferro ed ha un alto contenuto di fibre. Essendo privo di glutine è indicato per l’alimentazione di chi è affetto da morbo celiaco, o ha problemi intestinali, ma anche ai bambini nel periodo dello svezzamento. È convenientemente usato spesso come base per le pappe dei bambini o come ingrediente pregiato di minestroni di verdura per convalescenti ed anziani.
Vi presentiamo qui di seguito alcune ricetta:
1 bicchiere grande di amaranto_sale_1 patata piccola_peperone al vapore _basilico tritato_paprica_pane grattugiato _olio q.b.
Cuocere l’amaranto in una pentola con 2 bicchieri di acqua e sale q.b. L’acqua dovrà consumarsi tutta. Fate raffreddare e unite il prezzemolo tritato, un pizzico di paprica e il peperone tagliato a quadretti. e la patata passata allo schiaccia-patate. In una padella anti-aderente versate un filo di olio e cuocete le polpette da entrambe le parti.
Amaranto al curry
Per 4 persone: 1 tazza di amaranto, ca 2 1/2 tazze di acqua, bollire per ca. 30 minuti e fare gonfiare per 5 minuti_2 tazze di ceci messo a ammollo per una notte e bollito per 1 1/2 ore secondo della qualità_tagliare 200 g di tofu in striscioline non troppo piccole e mettere in marinata di Salsa di Soia, rosmarino e aglio per 1/2 ora, poi utilizzare _3 peperoni (giallo, verde, rosso)_1 zucchina _1 cipolla rossa_3 spicchi d’aglio_3 cucchiai di curry_1/2 tazza di salsa di soia_peperoncino fresco_prezzemolo o coriandolo_rosmarino_olio extravergine d’oliva
In una padella larga si rosolano la cipolla, il tofu sgocciolato e i spicchi d’aglio, dopo di che si aggiunge i peperoni e la zucchina a striscioline e si continua a cuocere. Si aggiunge il curry e la salsa di soia, anche la marinata. Alla fine si aggiunge i ceci e il prezzemolo e si fa tirare a fiamma bassa per 15 minuti.
Si aggiunge l’ amaranto precedentemente cotto si serve insieme alle verdure come secondo piatto tutto vegan.
E per finire un dolce
Torta di amaranto e cioccolato
2 pere _170 gr di burro a temperatura ambiente _50 cc di acqua _1 arancia _500 gr di cioccolato fondente (al 50%)* _75 gr di mandorle _150 gr di zucchero _1 cucchiaiono di lievito per dolci * _150 gr di farina di quinoa_50 gr di semi di amaranto _3 uova
Pelare le pere, tagliarle a spicchi, togliere i semi e tagliarle a cubetti.
In una pentola mettere 20 di burro, le pere e 50 cc di acqua e cucinare a fuoco basso fino a che le pere siano caramellate e tenere ( se necessario aggiugere acqua). Grattugiare la buccia dell’arancia.
Pelare le mandorle mettendole in acqua bollente per qualche minuto e poi sfregandole con uno strofinaccio, trirarle finemente. Tritare 200 gr di cioccolato. In una ciotola mettere la buccia di arancia grattugiata, le mandorle e il cioccolato tritato, lo zucchero, la farina di quinoa con il lievito e l’amaranto e mescolare bene.
Aggiungere il burro e mescolare fino a ottenere una consistenza sabbiosa, unire le uova una alla volta continuando a battere fino a che siano ben amalgamate. Versare le pere saltate nel composto e mescolare bene. Imburrare una teglia rotonda, versarvi la preparazione e cucinare in forno caldo a 180 grado per 20-25 minuti circa. Sfornare e lasciare raffreddare su una gratella. Tritare 300 gr di cioccolato e scioglierlo a bagno maria . Spalmarlo sulla torta. Per decorare la torta mettere due cucchiai di semi di amaranto in una pentola (meglio un wok) molto caldo e girarli muovendo il wok, dovrebbero esplodere dopo qualche secondo. Se non esplodono, spruzzarli delicatamente con acqua e lasciare che assorbano l’umiditá e poi provare di nuovo..Bisogna che esplodano rapidamente altrimenti si bruciano. Tagliare le pere molto sottilmente , metterle su un foglio di silicone e spolverarle di zucchero a velo. Cuocerle a forno basso fino a che si secchino. Decorare il dolce a piacere con le pere secche e l’amaranto scoppiato.
Ecco a voi anche il dolce è servito e buon Appetito…………
Agnese Tondelli