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I materiali naturali da utilizzare nel settore della bioedilizia sono diversi. Qualche tempo fa, ad esempio, abbiamo parlato della paglia, oggi, invece , vogliamo parlare della canapa.
In questi ultimi l’Italia sta assistendo a un crescente utilizzo della canapa per la costruzione o la ristrutturazione degli edifici in bioedilizia. Questo perché non soltanto è un materiale sostenibile, che è possibile produrre a km 0, ma anche perché porta in sé diversi vantaggi, anche economici.
Il tessuto presente all’interno del fusto della canapa, da solo o mischiato ad altri materiali o fibre naturali, può essere adoperato per realizzare pannelli isolanti e fonoassorberti. Il canapulo, ciò che rimane del fusto della pianta dopo l’estrazione della fibra tessile, viene impiegato anche nella preparazione di intonaci, e non solo.
Questo materiale ha una struttura tale da favorire continui processi di micro-condensazione e micro-evaporazione, in grado di bloccare il passaggio di caldo e freddo dall’esterno all’interno dell’edificio (e viceversa) e di regolare l’umidità.
Canapa e calce sono utilizzati poi per realizzare biomattoni, una delle ultime soluzioni adoperate per isolare la casa, risparmiando soldi altrimenti spesi in riscaldamento o impianti di raffreddamento.
Grazie alle sue caratteristiche, il biomattone in canapa contribuisce infatti a una consistenze riduzione dei consumi energetici, mantenendo costanti temperatura e livello di umidità all’interno delle case. È un prodotto decisamente versatile: può essere utilizzato sia per la costruzione ex novo di muratura verticale, sia per la riqualificazione energetica, come isolante nei muri e elemento per coibentare pavimenti, tetti e sottotetti.
Non solo: è riutilizzabile e biodegradabile.
Sembra che l’utilizzo della canapa, in sostituzione al cemento, possa arrivare a ridurre il consumo di acqua fino al 90%; senza contare poi la riduzione delle emissioni di anidride carbonica durante il processo di realizzazione dei mattoni.
Coltivare la canapa direttamente nelle vicinanze dei cantieri, inoltre, potrebbe consentire di ridurre le emissioni prodotte durante il trasporto del materiale, oltre naturalmente al vantaggio di avere un processo di produzione completamente sostenibile. E non solo. La canapa si è dimostrata infatti una pianta in grado di “bonificare” i terreni contaminati da inquinanti e metalli pesanti.
E ancora, le piante di canapa crescono molto velocemente e possiedono una notevole capacità di assorbire Co2 dall’atmosfera, rilasciando ossigeno. Secondo studi realizzati dal Politecnico di Milano sulla bioedilizia, 1 metro cubo di biotetto toglie all’atmosfera 60kg di CO2 dall’atmosfera, 1 metro cubo di biomattone, 20 kg. Non male.
Tra i vantaggi derivanti dall’uso della canapa nel settore dell’edilizia sostenibile c’è inoltre, come abbiamo accennato prima, la sua caratteristica di far traspirare l’umidità. Una cosa che va a beneficio della nostra salute, consentendo di mantenere il giusto tasso di umidità in casa, e che riduce il processo di deterioramento dei materiali di costruzione e la formazione di muffe. La canapa, infatti, è in grado di assorbire l’umidità per rilasciarla quando l’ambiente interno risulta troppo secco.
(Foto in evidenza: earthdwellings; foto interna: 4.bp.blogspot)