Calcoli ai reni e bibite gassate: secondo uno studio dell’Università di Harvard, condotto con la collaborazione del Policlinico Gemelli di Roma, sembrerebbe che ci sia una stretta correlazione tra l’assunzione di bibite gassate e una maggiore probabilità di formazione dei calcoli renali.
Lo studio, dal titolo Soda and Other Beverages and the Risk of Kidney Stones è stato pubblicato lo scorso 14 maggio sulla rivista Clinical Journal of the American Society of Nephrology. Secondo quanto riportato, sembrerebbe che chi consuma una lattina al giorno di bibite zuccherate ha un rischio di calcoli del 23-33% maggiore rispetto a chi consuma meno di una lattina alla settimana.
Vediamo di che cosa si tratta.
La ricerca è stata condotta su un campione di ben oltre 194mila soggetti che sono stati seguiti per 8 anni. I dati riscontrati sembrerebbero confermare le ipotesi che il consumo di quantità elevate di bevande carbonate zuccherate sia associato con un aumento di rischio dei calcoli renali. Al contrario, un elevato consumo di caffè, tè, birra e succo d’arancia diminuirebbe il rischio. Giovanni Gambaro, nefrologo dell’Università Cattolica, ha spiegato: “Finora si tendeva a dire che tè e caffè devono essere assunti con moderazione dai pazienti con calcolosi in quanto sono fonte di sostanze dannose per i reni come l’ossalato. Il nostro studio tende a sfatare questa idea”.
È noto come aumentare l’assunzione di liquidi riduca il verificarsi dei calcoli renali. “Tuttavia – si legge nel documento – non tutti i tipi di liquidi possono essere ugualmente vantaggiosi”.
L’ipotesi, avvalorata dai risultati dei test, è che le bevande gassate e zuccherate aumenterebbero l’escrezione urinaria di calcio ossalato e acido urico. Durante lo studio, è stato evidenziato come le persone che assumevano una o due porzioni di bevande zuccherate al giorno avevano un 23% in più di rischio di formazione di calcoli rispetto a chi ne consumava meno di una porzione a settimana.
Una maggiore presenza di dolcificante nelle bevande sarebbe dunque associata con una maggiore incidenza di calcoli renali, un fatto che potrebbe anche essere direttamente proporzionale al contenuto di fruttosio nelle bevande. Secondo le evidenze riportate, infatti, sarebbe proprio il fruttosio a determinare un aumento dell’escrezione di calcio ossalato e acido urico.
In controtendenza, invece, i risultati collegati all’assunzione di succo di arancia. Il succo di arancia, grazie al suo contenuto di citrato di potassio, influenzerebbe favorevolmente la composizione dell’urina, frenando l’unione tra ossalati e calcio e inibendo la formazione dei calcoli renali. Anche il succo di arancia è carico di fruttosio, tuttavia i benefici del citrato contenuto compenserebbero i suoi effetti, cosa che non avverrebbe in altri tipi di succhi di frutta.
Se vogliamo assumere una bevanda estiva dissetante, facciamo attenzione che nell’etichetta contenga acido citrico o acido malico: questi due elementi possono addirittura impedire la calcolosi renale. Per gli studiosi, però, e anche per noi, la cosa migliore da fare quando abbiamo sete è dissetarci con acqua, ancor meglio se naturale.
Fonti articolo:
- http://cjasn.asnjournals.org/content/early/2013/05/14/CJN.11661112.full?sid=7bed480c-7163-4067-9a70-d580bb16ed03
- http://salute24.ilsole24ore.com/articles/15638-bibite-gassate-attenzione-ai-calcoli-renali-ma-se-c-e-succo-di-limone?refresh_ce
- http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=15919
(Foto: Utente Flickr Mr. T in DC)