
Rifiuti elettronici: 50 tonnellate entro il 2017
Sono 41,8 milioni di tonnellate i rifiuti elettronici provenienti da beni di consumi e prodotti nel solo 2014. Di questi solo una piccola parte compresa tra il 10 e il 40% è riciclato o gestito in maniera corretta.
Sono questi i dati pubblicati in un rapporto redatto dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) e presentato a Ginevra.
E le previsioni non sono ottimistiche: entro il 2017, tablet, computer, smartphone in disuso e non solo potrebbero raggiungere le 50 milioni di tonnellate.
Secondo il direttore esecutivo dell’Unep, Achim Steiner: “Stiamo assistendo all’arrivo di una quantità senza precedenti di rifiuti elettronici che alimenta una buona parte della montagna di rifiuti non riciclati e pone una crescente minaccia alla salute umana e all’ambiente, a causa di componenti pericolosi in esso contenuti“.
Il rapporto è stato lanciato in occasione della Conferenza delle Parti delle tre convenzioni principali per affrontare la questione dei rifiuti globale, (Convenzioni di Basilea, Rotterdam e Stoccolma). Secondo alcune stime dell’Interpol, il prezzo di una tonnellata di rifiuti elettronici si aggirerebbe intorno a 500 dollari.
Non solo: fino al 90 per cento dei rifiuti elettronici del mondo è smaltito e scaricato illegalmente. Un giro d’affari che vale quali 19 miliardi di dollari.
Secondo l’Unep, una gestione corretta dei rifiuti elettronici potrebbe portare al riciclaggio dei preziosi e rari materiali contenuti dentro i dispositivi e alla riduzione dei rischi per la salute. Attraverso una migliore cooperazione internazionale e coerenza legislativa, ma anche normative più restrittive e una maggiore consapevolezza delle misure di prevenzione, il traffico illegale di rifiuti può essere combattuto.
Il recupero dei materiali potrebbe aiutare a recuperare materiali rari e costosi in modo sicuro, riutilizzandoli e dando una mano all’economia, oltre naturalmente a privare i criminali della loro fonte di reddito.
Attualmente, sono l’Europa e il Nord America i maggiori produttori di rifiuti elettronici, anche se le città asiatiche stanno recuperando in fretta. Africa e Asia sono invece le destinazioni principali per le spedizioni su larga scala di rifiuti pericolosi destinati alle discariche o, talvolta,anche al riciclaggio.
Ghana, Nigeria, Cina, Pakistan, India e Vietnam sono tra i maggiori centri di smaltimento illegale di e-waste, anche se elevati volumi di rifiuti vengono trasportati anche in Costa d’Avorio e nella Repubblica del Congo.
Una condizione che può creare rischi per la salute, legati non solo allo scarico illegale di questi rifiuti, ma anche al fatto che i materiali vengono riciclati in condizioni pericolose che portano poi di conseguenza allo smaltimento illegale degli altri pezzi.
(Foto in evidenza: media.cmgdigital.com; foto interna: unep)
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