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Il deserto del Sahara fiorirà (grazie a eolico e fotovoltaico)

by Gino Favola
11 Settembre 2018
in Energia
0
Deserto del Sahara

Il deserto del Sahara può essere trasformato in una valle verde e rigogliosa? Secondo alcuni ricercatori, sì.

Uno studio dell’Università dell’Illinois ha provato a calcolare l’impatto che avrebbero impianti eolici e fotovoltaici sulle precipitazioni nel Sahara. E quindi di quanto potrebbe crescere la vegetazione nell’area.

Vediamo insieme cos’hanno scoperto.

9 milioni di km quadrati nel deserto del Sahara

Lo scopo della ricerca era indagare cosa accadrebbe se un’are di 9 milioni di km quadrati nel deserto del Sahara fosse coperta da impianti per l’energia rinnovabile. Hanno preso in considerazione un’area del Sahel, regione semi-arida a sud del Sahara. Qui, nei territori dove sono state installate diverse pale eoliche, le piogge sono aumentate mediamente di 1,12 millimetri al giorno.

Riportando i risultati al deserto del Sahara hanno quindi provato a stimare cosa succederebbe in uno scenario simile. Hanno considerato un’area scarsamente popolata, esposta al vento e, ovviamente, dove il sole picchia abbondantemente.

I ricercatori hanno previsto che l’installazione di enormi pannelli solari e di numerose turbine eoliche, potrebbe aumentare le precipitazioni e quindi aiutare la vegetazione a crescere. Il deserto del Sahara potrebbe diventare verde:

«I risultati del nostro modello mostrano che impianti solari ed eolici su larga scala nel Sahara potrebbero raddoppiare le precipitazioni, specialmente nel Sahel, dove l’incremento delle precipitazioni potrebbe arrivare a 20-500 millimetri ogni anno».

Lo spiega il dottor Yan Li, principale autore dello studio. Che prosegue:

«Di conseguenza, la vegetazione potrebbe aumentare di circa il 20%».

L’impatto sarebbe positivo anche per le popolazioni locali. Lo spiega Safa Motesharrei, un altro degli autori della ricerca:

«L’incremento delle precipitazioni porterebbe al miglioramento sostanziale dell’agricoltura della regione. Così come la crescita della vegetazione spontanea potrebbe favorire gli allevamenti».

Motesharrei ricorda che “il Sahara, il Sahel e il Medio Oriente sono tra le regioni più aride al mondo”. Allo stesso tempo, “le loro popolazioni sono in crescita, così come la povertà”. Incrementare le precipitazioni porterebbe importanti miglioramenti “alla sfida che il ciclo energia/acqua/cibo comporta nella regione”.

Come avviene il processo?

Ma com’è possibile che le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici riescano a far piovere di più?

A quanto pare, la rotazione delle pale causa il mescolamento dell’aria. L’aria più calda, presente più in alto, viene spinta verso il basso. Questo provoca a sua volta maggiore evaporazione e quindi più precipitazioni. E infine, la crescita della vegetazione.

«Gli impianti eolici spingono il vento a convergere verso aree di bassa pressione. Quest’aria deve quindi risalire, raffreddandosi e facendo condensare l’umidità, il che porta all’incremento delle piogge».

Allo stesso tempo, i pannelli solari riducono la riflessione della luce solare operata dal nostro pianeta (il cosiddetto effetto albedo). Di conseguenza, i terreni desertici assorbono maggiore energia solare, aumentando ancora il calore in superficie. Il che può aumentare la probabilità di precipitazioni del 50%, secondo i ricercatori.

Ma tutto questo calore in più, non va a peggiorare il global warming? Secondo gli autori no. O perlomeno non in misura considerevole:

«Il riscaldamento locale prodotto da impianti eolici e solari è molto piccolo, se comparato alla riduzione del surriscaldamento che il ricorso all’energia rinnovabile implica».

L’idea è: se usiamo più energia solare ed eolica, ridurremo le emissioni di gas serra. E questo ridurrà di molto le temperature globali, anche se quegli stessi impianti contribuiscono in minima parte al riscaldamento.

Leggi anche: Ecco la Grande Muraglia Verde: dall’Africa la barriera green contro i cambiamenti climatici

Alimentare tutto il pianeta quattro volte

I benefici non sarebbero solo per il deserto del Sahara e le regioni limitrofe. I ricercatori hanno infatti calcolato l’area dove installare gli impianti a energia rinnovabile, anche in base alla possibilità di trasferire l’elettricità prodotta in altre regioni, come l’Europa. Secondo i loro calcoli, questi mega impianti potrebbero produrre coprire il fabbisogno energetico mondiale di quattro volte. Ogni anno.

D’altronde non è una novità. Già negli anni ’80, Gerhard Knies, ricercatore tedesco, esperto di fisica delle particelle, calcolava che i deserti di tutto il mondo ricevono in sei ore più energia dal Sole di quanta ne sia necessaria per l’intera umanità.

La domanda allora è: cosa stiamo aspettando? Perché continuiamo a incaponirci con le fonti di energia fossile?

Se lo chiede anche il dottor Li:

«Il messaggio principale per le persone, i politici e gli investitori è: installare questi impianti solari ed eolici porterebbe un enorme beneficio alle persone, alla società e all’ecosistema. La nostra speranza è di cambiare il modo in cui otteniamo energia. Il che porterà a incrementare le scorte di cibo e acqua potabile, migliorando la vita sul nostro pianeta».

Tags: deserto del Saharaecosistemaeolicofotovoltaico
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