La foresta Amazzonica rischia la distruzione a causa della guerra dei dazi Usa-Cina. Verrà sostituita da campi di soia

La guerra commerciale fra Stati Uniti e Cina sta avendo delle ripercussioni a livello mondiale, la foresta Amazzonica rischia di essere distrutta proprio per questi conflitti.

Il pericolo: 13 milioni di ettari di foresta Amazzonica riconvertita a terreni agricoli

La notizia arriva da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Naturedove emerge che un’area estesa come la Grecia potrebbe essere riconvertita a uso agricolo, con la coltivazione di soia.

Questo potrebbe succedere se il Brasile e gli altri paesi interessati ( Colombia, Perù, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Guyana, Guyana francese, Suriname) della zona dovessero aderire alle tariffe del 25% imposte da Pechino per rimpiazzare le importazioni di soia americana, crollate del 50% lo scorso anno.

Già alla fine del 2018, ben il 75% della soia acquistata dalla Cina, proveniva dal Brasile e questo fa mal pensare su come si evolverà la questione, se non vi saranno ulteriori contrattazioni fra Cina e Usa.

Purtroppo per aumentare le aree coltivabili, loro intravvedono solo la possibilità di radere al suolo il terreno ricoperto da 13 milioni di ettari di foresta e di savana di Cerrado, tra Brasile, Bolivia e Paraguay.
foresta amazzonica
Le guerre commerciali delle multinazionali mettono sempre più a rischio il patrimonio naturale amazzonico, già compromesso da anni di sfruttamento.

Riscaldamento globale ulteriore minaccia

Tutto questo si ripercuoterà sull’ambiente e sul riscaldamento climatico con effetti devastanti.
L’accordo di Parigi per limitare l’aumento della temperatura media globale a 1,5 gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali dipende in larga misura dal modo in cui vengono gestiti i terreni agricoli e le foreste.
Questo è quanto detto da Peter Alexander,uno degli autori della ricerca su Nature,  nonché docente della Global Academy of Agriculture and Food Security presso l’Università di Edimburgo.
Molti paesi prevedono di prevenire la deforestazione o creare nuove foreste per assorbire il biossido di carbonio e ridurre le emissioni di gas serra prodotte dall’agricoltura. Questi cambiamenti rimuoverebbero fino a un quarto dei gas serra rilasciati attraverso l’attività umana ogni anno, certo è che se viene raso al suolo un pezzo così grande di foresta Amazzonica la situazione diventa non recuperabile.

Governo Bolsonaro in Brasile

L’ascesa al governo di Bolsonaro in Brasile a livello ambientale ha già creato notevoli danni, indebolendo le politiche conservative che tutelavano le riserve naturali della foresta Amazzonica. L’attuale ministro dell’Agricoltura brasiliano è Teresa Cristina, leader della Bancada Ruralista: gruppo parlamentare che sostiene gli interessi delle lobby agricole.
Tale mossa permetterà agli agricoltori di impossessarsi lecitamente di quelle terre che fino ad oggi erano state occupate abusivamente.
L’aumento dei prezzi della soia costituisce un ulteriore incentivo a espandere la coltivazione nelle aree boschive.
foresta amazzonica
L’azienda che più ha messo a repentaglio l’equilibrio della foresta pluviale è McDonald. Tra packaging e necessità di nuovi pascoli, i danni sono incalcolabili.

Dal 2000 a oggi le importazioni cinesi di soia dagli Stati Uniti sono aumentate del 700%, quelle dal Brasile sono schizzate addirittura del 2.000%.

Speriamo che la guerra dei dazi possa concludersi con una presa di coscienza da entrambe le parti, ma in generale serve una vera inversione ad U per salvare un ambiente che sta implodendo per gli errori dell’uomo, e per la sua insistenza nel perseverare.

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