Capodoglio morto in Indonesia con 6kg di plastica nello stomaco

Capodoglio trovato morto spiaggiato con un elenco straziante di plastica nella pancia.

Bicchieri monouso, sacchetti, infradito, bottigliette, nylon, materiali sintetici, tutto presenti in grande quantità.

Capodoglio morto in Indonesia con 6kg di plastica nello stomaco.

Il capodoglio è stato trovato morto lunedì lungo la costa di KApota Island,  arcipelago Wakatobi, nel Sulawesi, in Indonesia.

Nella pagina Facebook del WWF Indonesia, appare un post con scritto:

“5,9 kg di rifiuti di plastica nello stomaco di questa povera balena. I rifiuti di plastica consistono in plastica dura (19 pezzi, 140 gr), bottiglie di plastica (4 pezzi, 150 gr), sacchetti di plastica (25 pezzi, 260 gr), infradito (2 pezzi, 270 gr), corda di rafia (3,26 kg) e bicchieri di plastica (115 pezzi, 750 gr)”.

Autorità dell’ Indonesia e WWF

Le autorità marine locali, insieme a  Wwf e i ranger del parco nazionale di Wakatobi, hanno recuperato il corpo dell’animale, già in fase di decomposizione, e analizzato il contenuto del suo stomaco. Dentro c’erano oltre mille pezzi di plastica per un totale di quasi 6 kg di questo materiale. Non sarà possibile effettuare una necroscopia, per capire le cause della morte del cetaceo, in quanto le condizioni dello stesso non lo permettevano, ma pare evidente la prepotente implicazione della plastica.

Plastica e microplastica

Da sole Cina, Indonesia, Filippine, Vietnam e Thailandia rappresentano fino al 60% dei rifiuti di plastica riversati negli oceani secondo Ocean Conservancy.
Il problema delle microplastiche e delle plastiche in generale è diventato ormai un flagello della nostra epoca e si sta correndo ai ripari. In Europa la plastica monouso sarà vietata e tutti gli stati membri dovranno adeguarsi entro il 2021.

Inquinamento dei mari e biodiversità

Il problema non è solo legato all’inquinamento dei mari, al danno per la biodiveristà e per tutti gli animali, che già di per se costituisce un enorme problematica ma anche alla contaminazione degli alimenti. Le microplastiche entrano a far parte della catena alimentare attraverso i pesci, sale, molluschi, e di conseguenza l’uomo le va ad ingerire.
Le conseguenze se non si inizierà a cambiare rotta saranno via via sempre più terrificanti.
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