Può la musica essere ‘vegana’? Moby pensa di sì e con il suo ultimo album, “These System are Failing”, lancia un potente messaggio al mondo intero.
Richard Melvile Hall, nome d’arte Moby, è uno dei musicisti più noti e affermati degli ultimi anni. Le sue canzoni sono finite nell’immaginario comune, anche grazie alle ‘apparizioni’ nelle colonne sonore di film e spot famosi.
Già da molto tempo, l’artista newyorkese ha deciso di dare una svolta radicale alla propria vita: è vegano da quasi 30 anni ma è solo con il suo ultimo album, These Systems are Failing che ha deciso di denunciare con le sue canzoni un sistema aberrante, che può portare a esiti catastrofici per l’umanità intera.
These System are Failing: il Sistema non funziona
“Ho sempre voluto inviare un messaggio politico, fare musica politica con i miei album. Una musica che avesse un messaggio sociale forte. Però non mi è mai riuscito finora: non mi giudicavo abbastanza bravo con questo tipo di lavori”, spiega Moby.
E con il suo nuovo album, ha provato a fare proprio questo: “Volevo provare a scrivere canzoni vegane e politiche: non sono sicuro di essere bravo, ma oggi mi sento più rassicurato“.
E il suo è un messaggio profondo, radicale. Criticando il sistema di produzione, Moby scende in profondità a indicare come persa un’umanità che ha smarrito le proprie radici.
“Sei perso nel mondo come me?“, allora canta. Smarrito nei meandri di una popolazione che non capisce. “E se il sistema ha fallito? Ti senti libero? Tutto quello che abbiamo perso: riesci a vedere?“. Il sole è nero e morente, come i giorni che passano.
Anche dalle animazioni del video, molto belle e significative, si comprende la portata del messaggio. Il mondo è sempre connesso, eppure non siamo mai stati così distanti. Il nostro stile di vita ci aliena gli uni dagli altri, distratti come siamo dalle sempre nuove diavolerie elettroniche. E non ci prendiamo più cura gli uni degli altri.
Come spiega lo stesso Moby, “il video parla della nostra crescente dipendenza dalla tecnologia e dell’assenza di interazioni tra le persone. L’accento è posto sul fatto che la tecnologia ci influenza, ci desensibilizza… Abbiamo costruito grandi città, industrie sempre più enormi, sistemi complessi e alienanti. L’idea iniziale era di proteggerci, di renderci liberi. Invece questi sistemi hanno inquinato l’aria che respiriamo, ucciso gli animali e massacrato la terra: e siamo noi ad aver portato distruzione al pianeta“.
Moby e il suo ristorante vegano
Ovviamente le critiche non sono mancate. C’è chi ha accusato il musicista di aver fatto un album per promuovere il suo ristorante vegano.
Sì perché Moby possiede anche il Little Pine, un ristorante vegano a Silver Lake, in California. Un locale che porta all’estremo il concetto di veganesimo: al suo interno infatti non c’è alcun prodotto che può avere una provenienza, anche lontanamente, animale. Anche i mobili, infatti, sono sostenibili e green.
“Un divano di pelle mi fa subito pensare ad American Psycho”, ha dichiarato. Sarebbe stato incoerente il contrario: secondo Moby, infatti, tutti i mali del nostro tempo derivano dall’allevamento intensivo degli animali.
“Le conseguenze di queste tecniche intensive sono a largo raggio. Eppure gran parte delle persone lo ignora: cambiamenti climatici, resistenza agli antibiotici, carestie, acidificazione degli oceani, sfruttamento delle risorse idriche e malattie di ogni genere“.
Non solo Moby: gli artisti in difesa dell’ambiente
Quando la politica, le grandi istituzioni falliscono, è il momento per gli artisti di emergere e far sentire la propria voce in difesa della terra e dell’umanità. Non è il primo Moby, a cantare la distruzione dell’ambiente.
Già negli anni ’70 Joni Mitchel componeva musica sugli uomini che hanno “cementato il paradiso, costruendoci sopra un parcheggio”. Nel 1989, i Pixies invece prefiguravano il riscaldamento globale, con sorprendente lungimiranza:
Adesso c’è un buco nel cielo
e il terreno non è freddo
e quando il terreno non è freddo
tutto è destinato a bruciare
Negli ultimi anni, ad aver meglio interpretato il messaggio ambientalista sono stati probabilmente i Radiohead. Che con l’ultimo album di Moby condividono anche l’allarme sulla mancanza di rapporti umani veri e profondi nell’era contemporanea.
Nel loro ultimo album, A moon shaped Pool, la canzone The Numbers è quella più dichiaratamente politica e ambientalista:
Noi apparteniamo alla Terra
E a lei ritorneremo
Il futuro è dentro di noi
Non è altrove
I numeri non decidono nulla
Il sistema è una bugia
Un fiume che si sta prosciugando
Ci riprenderemo ciò che è nostro
Un giorno alla volta