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Arsenico nel riso: quali i rischi e come eliminarlo durante la cottura

by Agnese Tondelli
12 Novembre 2016
in Alimentazione Biologica, Alimentazione e Salute, Rischi per la salute
0

Una nuova analisi condotta da Consumer Reports, la rivista americana che pubblica relazioni e confronti sui prodotti di consumo sulla base di test di laboratorio condotti dai propri centri di ricerca e indagine, spiega quanto sia facile per i bambini consumare quantità pericolose di arsenico attraverso il riso.

La rivista aveva già trattato l’argomento in un’indagine condotta nel 2012, durante la quale, attraverso l’analisi di una serie di prodotti, aveva rilevato la presenza di “livelli significativi” di arsenico inorganico nel riso.

L’arsenico si presenta sotto due forme: una inorganica e l’altra organica. La prima è potenzialmente pericolosa per l’uomo, la seconda è parte naturale della crosta terreste.

L’arsenico inorganico, per intenderci, può essere rilasciato nell’ambiente anche attraverso l’uso di pesticidi e fertilizzanti.

Il riso, a differenza di altri cereali, è naturalmente soggetto ad assorbire l’arsenico presente nell’ambiente, per le particolari condizioni nelle quali è coltivato: sott’acqua, in assenza di ossigeno. Naturalmente, più è alto il quantitativo di arsenico presente nell’ambiente, maggiore è il rischio che il riso ne risulti contaminato. Una cosa da non sottovalutare, visto che la regolare esposizione a piccole quantità di arsenico inorganico può aumentare il rischio di incidenza di cancro alla vescica, al polmone e di cancro alla pelle. Così come malattie cardiache e diabete di tipo 2. Sembra, inoltre, che l’esposizione dei feti a questa sostanza possa avere effetto anche sul sistema immunitario del futuro nascituro.

Secondo la Federazione USA Rice l’introduzione nella dieta di riso bianco o integrale prevede dei benefici per la salute che superano i potenziali rischi associati all’eventuale esposizione a tracce di arsenico presenti nei prodotti.

Secondo Consumer Reports non sarebbe esattamente così.

I test e le analisi condotti più recentemente, si legge sul sito della rivista, hanno dato alcune nuove informazioni sul rischio di esposizione all’arsenico nei neonati e nei bambini attraverso il riso e altri prodotti derivati. Consumer Reports afferma infatti di aver esaminato i dati diffusi dalla Food and Drug Administrarion nel 2013, sul contenuto di arsenico inorganico di 656 prodotti di riso. Si è così scoperto che il riso e la pasta di riso possono contenere molto più arsenico inorganico, e quindi potenzialmente cancerogeno, di quanto non dimostrato nei dati raccolti nel 2012.

Secondo i risultati dei nuovi test, prosegue la rivista, una porzione di entrambi i prodotti potrebbe esporre i bambini al di sopra dei limiti massimi consentiti in una settimana. Secondo il rapporto, inoltre, anche le bevande di riso possono contenere valori elevati in arsenico. La rivista raccomanda quindi di evitarle nei bambini al di sotto dei cinque anni.

Per Consumer Reports, inoltre, il contenuto di arsenico inorganico varia in base ai tipi di prodotti considerati e ai luoghi in cui vengono coltivati. Il riso Basmati di California, India e Pakistan, ad esempio, è risultato contenere circa la metà della quantità di arsenico inorganico posseduta dagli altri prodotti.

Non solo. Dai test effettuati risulta che il riso integrale, in genere considerato più sicuro della sua controparte bianca, contiene l’80% in più di arsenico rispetto al riso bianco. Come riso integrale rimane comunque più sicuro il riso Basmati proveniente dalla California, dall’India o dal Pakistan.

Il riso integrale risulta maggiormente “contaminato” perché l’arsenico tende ad accumularsi soprattutto negli strati esterni del grano, che vengono rimossi quando viene creato il riso bianco.

La rivista suggerisce di completare l’apporto settimanale di cereali consumando altre tipologie che hanno livelli trascurabili di arsenico inorganico, come ad esempio l’amaranto, il grano saraceno, il miglio l’orzo e il farro.

Questi dati si riferiscono comunque a marche e tipologie di riso diffuse in America. Senza creare inutili allarmismi, comunque, è utile sapere che esistono alcune pratiche di cottura utili ad abbassare i livelli di arsenico presenti nel riso. Soprattutto se abbiamo deciso di consumare riso integrale visto che, come abbiamo avuto modo di vedere, il riso bianco ha i suoi scheletri nell’armadio.

Si può ridurre la quantità di arsenico inorganico da qualsiasi tipo di riso sciacquandolo prima della cottura in abbondante acqua. Il rapporto dovrebbe essere di 6 tazze di acqua per ogni tazza di riso, eliminando poi il liquido utilizzato durante la procedura. Anche nella cottura, bisogna utilizzare quanta più acqua possibile, in un rapporto di 10:1. Queste procedure rimuovono circa il 30% del contenuto di arsenico inorganico nel riso.

(Foto: cdn2.bigcommerce)

Tags: arsenico inorganicoConsumer Reportsrischi saluteRiso arsenicoriso integrale
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