La più grande discarica d’Europa, si trova a Bussi, in Abruzzo, ed è da li che grandi quantità di acqua contaminata sono state distribuite in tutto il territorio, con più di 700 mila consumatori, senza alcun limite d’uso, senza nessuna informazione, nulla che facesse sospettare. Numerosi i comuni coinvolti nelle province di Pescara e Chieti. Le analisi, condotte nel 2007 dal ricercatore Luca Lucentini, consulente per l’avvocatura dello Stato, hanno evidenziato che l’acqua è “contaminata da sostanze di accertata tossicità“. Emerge, dunque, “un pericolo reale e concreto per la salute“. Con l’aggravante, si sottolinea sempre nelle relazione, che non c’è stata alcune “informazione rispetto ai potenziali rischi per la salute associati al consumo di tali acque“, precludendo ai consumatori anche la “possibilità’ di adottare misure specifiche di prevenzione e mitigazione di tali rischi”. Una simile scoperta viene fatta nel 2007 dopo 30 anni in cui le persone hanno bevuto e cucinato con acqua contaminata, e tutti lo scopro proprio in quel momento, ma gli enti ne erano a conoscenza già dal 2004, e nessuno ha parlato. Il tutto parte da un sospetto nato da un professore di chimica Fausto Croce, il quale instilla il sospetto ad alcuni cittadini che si rivolgono direttamente al WWF e al Forum Acqua. Sono i loro rappresentanti a eseguire le analisi private all’acqua dei rubinetti della Val Pescara, scoprendo la presenza di numerose sostanze contaminanti, pericolose e tossiche. Il tutto viene subito segnalato agli enti che si pensa non ne siano al corrente e invece si scoprono anni e anno di silenzi in cui tutti ne erano al corrente tranne i cittadini che giorno dopo giorno si stavano avvelenando. Considerando che le leggi sulla potabilità obbligano gli enti a informare i cittadini nell’immediatezza, nulla di questo è stato fatto. Le varie associazioni nel frattempo venivano accusate per procurato allarme, ma forse è meglio dire per avere scoperto troppo??
Un muro di silenzio da parte degli enti che è stato possibile rendere noto solo attraverso i cittadini, le associazioni e la stampa. I pozzi sono stati chiusi definitivamente nel novembre del 2007
Il processo che ha coinvolto molto enti e molti politici continua ad andare avanti, la prossima udienza è il 15 aprile, ma nel frattempo chi è stato incriminato è passato alla’amministrazione di altri ruoli. Chi dovrebbe pagare non paga mai alla fine.
Nel frattempo a Bussi, il tasso di incidenza di tumori è superiore del 70% e anche comuni vicini, quelli dei Aielli e Celano, hanno tassi di incidenza superiori. Il comune di Bussi ed il litorale pescarese, nella zona adiacente i tratti terminali dei fiumi Saline ed Alento, sono gli unici due Siti di Interesse Nazionale per motivi di inquinamento ambientale presenti in Abruzzo secondo il Ministero della Salute.
Il Forum dei Movimenti per l’Acqua ha diffuso un documento sull’incidenza dei tumori in Abruzzo, che la Regione, stando a quello che riporta il Forum in un comunicato, ha tenuto nascosto fino ad oggi, non rendendolo pubblico sul proprio sito istituzionale. E anche qui gli enti non diffondo informazioni.
Augusto De Sanctis, del Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua ha dichiarato: “Non siamo riusciti a trovare questo documento tra quelli scaricabili dal sito dell’Agenzia Sanitaria Regionale e ci chiediamo perchè non sia stato adeguatamente diffuso per informare la cittadinanza. Esistono precise responsabilità da parte degli enti pubblici nell’assicurare adeguate misure – dall’esame di nuove autorizzazioni alle emissioni alle attività di bonifica ecc. – per prevenire l’insorgere di malattie nella popolazione su cui incidono fattori ambientali quali l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo.